Il nuovo piano della UEFA: tetto alle spese su mercato e stipendi

La UEFA pensa a nuove norme per limitare in particolare la capacità di investimento dei club di Premier League: si valuta un tetto alle spese sul mercato e per gli stipendi.

UEFA budget 2024 2025
Aleksander Ceferin, presidente della UEFA (Foto: FABRICE COFFRINI/AFP via Getty Images)

Ai piani alti della UEFA, pronta a introdurre un nuovo Fair Play Finanziario, si sta pensando anche di far entrare in vigore un tetto alle spese che i vari club possono effettuare, per cartellini e ingaggi di calciatori, in una singola finestra di calciomercato.

Secondo quanto riporta il quotidiano inglese The Times, questa mossa avrebbe come primo obiettivo garantire un futuro più sostenibile al calcio europeo, ma anche per assecondare quelle segnalazioni di alcune federazioni nazionali che hanno sottolineato come il nuovo Fair Play Finanziario, che consente ai club di spendere in base ai guadagni, possa aumentare ancora di più il divario fra i club della Premier League e gli altri.

Il piano della UEFA è quello di affiancare al FPF nuove norme rispetto a quelle che prevedono oggi come i club possano spendere il 90% delle entrate in stipendi e trasferimenti nel 2023, scendendo all’80% l’anno prossimo e al 70% nel 2025. Di fianco a questo si sta studiando appunto un tetto fisso per ogni sessione di mercato un limite di cassa all’importo che i club possono spendere per stipendi, trasferimenti e compensi agli agenti. Il costo del trasferimento è valutato in base all’ammortamento, che è la commissione di trasferimento ripartita sulla durata del contratto fino a un massimo di cinque anni.

Al momento, non si è ancora scesi nei particolari, ma si vorrebbe introdurre un limite per quanto riguarda la disponibilità di cassa di un club che sarebbe così chiamato prima a rispettare questo parametro piuttosto che la percentuale delle entrate totali, che sia l’80 o il 70%.

Prima di ogni comunicazione ufficiale a riguardo, la UEFA dovrà trovare l’accordo con l’Associazione dei Club Europei (ECA), presieduta dal numero uno del PSG Nasser Al Khelaifi, le Leghe Europee e il sindacato dei giocatori FifPro. Si dovrà poi, nel caso, affrontare il problema del diverso livello di imposte che ogni paese europeo riconosce. Per esempio, basti pensare, a come in Svizzera si paghi il 13%, mentre in Francia è più del doppio, il 27,5%.

Il presidente della UEFA, Aleksander Ceferin, aveva preannunciato uno studio su questa eventuali. Al sito statunitense Men In Blazers, il numero uno del massimo organo del calcio europeo ha dichiarato: «In futuro dobbiamo pensare seriamente a un tetto salariale. C’è una certa preoccupazione sul cosiddetto “equilibrio competitivo”. Non si tratta di proprietari, si tratta del valore della competizione, perché se cinque club vinceranno sempre, allora non ha più senso».

Ma il tema del tetto salariale ha già iniziato a sollevare i primi malumori, come confermato dall’amministratore delegato dell’associazione dei calciatori professionisti del Regno Unito, Maheta Molango: «I giocatori sarebbero giustamente arrabbiati per qualsiasi mossa verso un tetto salariale. I leader del calcio creeranno rapidamente un vero problema se continuano a trattare i giocatori in questo modo».

Gli esempi di leghe sportive che hanno introdotto un tetto ai salari dei propri atleti sono i seguenti:

  • La Premiership di Rugby ha un tetto di 5 milioni di sterline (al cambio attuale 5,8 milioni di euro), limite che dal 24/24 salirà a 6,4 milioni (7,45 milioni di euro). A queste regole possono non sottostare un massimo di due giocatori per club.
  • La RFL, lega di rugby femminile, ha un tetto salariale di ogni club fissato a 2,1 milioni di sterline (2,4 milioni di euro) con un massimo di due giocatrici che possono essere pagati fino a un massimo di 150.000 sterline (174.000 euro)
  • La NFL, lega di football americano statunitense, dove ogni squadra ha un limite di monte ingaggi, sia per lo stipendio base che per i bonus, fissato a 224,8 milioni di dollari (211,3 milioni di euro).
  • In NBA ogni franchigia ha un massimo salariale di 123,7 milioni di dollari (116,3 milioni di euro), ma con la possibilità di superare questo limite, dietro il pagamento di una tassa che però comporta la limitazione su possibili ulteriori ingaggi.
  • Concludiamo con la English Football League,  la seconda lega professionistica del calcio inglese, che organizza i tre campionati calcistici di rango immediatamente inferiore alla Premier League. Tutti i club della EFL hanno concordato un tetto salariale di 1,5 milioni di sterline (1,74 milioni di euro) per la League Two e di 2,5 milioni di sterline (2,9 milioni di euro) per la League One. Quest’ultimo, però, fu abolito dopo il ricorso della PFA, la lega dei calciatori professionisti inglesi.