Il Manchester City ha da poco vinto la sua terza Premier League consecutiva, ma ha ancora due finali da disputare: quella di FA Cup contro lo United e quella di Champions League con l’Inter il prossimo 10 giugno a Istanbul, vero grande obiettivo della società inglese.
Il City, negli ultimi mesi, è stato al centro di un’indagine da parte della Premier League per oltre 100 possibili violazioni delle norme del massimo campionato di calcio inglese con particolare riferimento alle regole economico-finanziarie. Le violazioni riguardano prevalentemente le stagioni dal 2009/10 al 2017/18.
Altre violazioni riguarderebbero le regole della Premier League che impongono a un club affiliato di conformarsi ai regolamenti UEFA, inclusi i Regolamenti UEFA sulle Licenze per Club e il Fair Play Finanziario, oltre alle norme sulla redditività e sostenibilità del massimo campionato di calcio inglese. Infine, ci sarebbero accuse anche per quanto riguarda il periodo da dicembre 2018 ad oggi, poiché le regole della Premier League «richiedono a un club membro di cooperare e assistere la Premier nelle sue indagini, anche fornendo documenti e informazioni nella massima buona fede».
Di queste indagini è tornato a parlare anche il tecnico Pep Guardiola, durante la conferenza stampa prima della partita di Premier League contro il Brighton di Roberto De Zerbi: «Mi piacerebbe che la Premier League e i giudici decidessero il prima possibile. Così se abbiamo fatto qualcosa di sbagliato, lo sapranno tutti, se invece, come crediamo, abbiamo fatto le cose per bene negli anni, la gente smetterà di parlarne. Vorrei che si chiudesse tutto domani, anche oggi pomeriggio».
Il tecnico catalano aveva anche annunciato che, qualora il club fosse ritenuto colpevole, avrebbe lasciato il City, visto che sarebbero venute meno le promesse fattegli dalla stessa società sulla propria innocenza. «Vorrei che i giudici non fossero troppo impegnati – ha concluso Guardiola – e decidessero cosa è meglio anche perché so bene cosa abbiamo vinto sul campo e su questo non ci sono dubbi. Spero che non si debbano aspettare due anni, perché non fare le cose in modo più veloce?».