Un’attesa lunga che ha porta la Corte d’Appello della FIGC a emanare la terza sentenza sul caso plusvalenze nella serata di ieri, poco prima del fischio di inizio di Empoli-Juventus. La Corte si era riunita in camera di consiglio verso ora di pranzo, dopo che la Procura federale e le difese bianconere hanno portato le proprie ragioni nel dibattimento durato poco più di tre ore.
Da una parte la richiesta del Procuratore di una penalizzazione di 11 punti, meno dei 15 comminati dalla Corte a gennaio, ma di più rispetto alla richiesta dello stesso Chinè formulata in quell’occasione, quando la richiesta si fermava a nove. Dall’altra i legali juventini, come riporta l’edizione odierna del La Gazzetta dello Sport, puntavano sull’assoluzione da tutte le accuse, visto che non c’è ancora un pronunciamento in sede civile. Pista che ai legali stessi sembrava poco praticabile viste le condanne, confermate dal Collegio di Garanzia, di Andrea Agnelli, Fabio Paratici, Federico Cherubini e Maurizio Arrivabene.
Il piano della Juventus: una penalizzazione di 5 punti
Ma gli avvocati della Juventus avevano in tasca un piano B proprio basandosi sulla prima richiesta di Chinè, quella di una penalizzazione di 9 punti. Per la difesa, infatti, ogni punto tolto dall’attuale classifica portava con sé un danno economico, calcolato in 5 milioni per ogni punto di penalità. Da parte juventina, quindi, una penalizzazione di cinque punti sarebbe stata giusta, visto che si sarebbe andati a creare un danno alla squadra, scivolata al quinto posto a pari punti con il Milan, con la gara di ritorno allo Stadium da giocare nel prossimo turno di campionato. In più, ci sarebbe stato un danno economico. Un piano che tuttavia è fallito, con la richiesta che è stata respinta.
Un altro aspetto sul quale ha puntato la difesa dei legali della Juventus è stato quello della proporzionalità, tasto che aveva portato a un risultato positivo al Collegio di Garanzia del CONI. Proporzionalità che sarebbe mancata sia nella seconda sentenza, quella del -15, sia se si fosse accolta la richiesta del procuratore federale Chiné, che invece voleva che il concetto di afflittività fosse rispettato, quindi togliere alla Juve un piazzamento nelle coppe europee, anche se momentaneo, e rendere molto difficile una qualificazione alla prossima Champions League.
Il tema sulla proporzionalità ha comunque portato a uno sconto di cinque punti, si è passati da un -15 a un -10, ma i legali juventini non sono ancora soddisfatti e attendono le motivazioni della Corte per valutare un altro ricorso al Collegio di Garanzia del CONI, mentre si preparano alla prima udienza del processo sportivo sul filone che riguarda la manovra stipendi, fissata per il 15 giugno.