Membro AIA a Rapuano: «Scommetto sulle ammonizioni». Squalificato un anno

Il responsabile dei fisioterapisti dell’AIA Claudio Delfina è stato squalificato per una storia particolare che coinvolge gli arbitri Rapuano e Abbattista.

Membro AIA squalifica ammonizioni
(Foto: Gabriele Maltinti/Getty Images)

«Sai, con un mio amico ogni tanto faccio la bolletta scommettendo sulle ammonizioni degli arbitri. Sentiamoci su Telegram». E’ questo uno dei passaggi di una segnalazione da parte dell’arbitro di Serie A, Antonio Rapuano di Rimini, che ha denunciato al designatore arbitrale Gianluca Rocchi le parole e il comportamento del responsabile dei fisioterapisti dell’AIA (Associazione Italiana Arbitri) Claudio Defina, a poche ore da Inter-Empoli del 23 gennaio.

Per i fatti in relazione ai quali è stato denunciato, Claudio Defina, in seguito al successivo deferimento da parte della Procura Federale, è stato sanzionato con una pena pari a un anno di squalifica dal Tribunale Federale Nazionale.

Il deferimento di Claudio Delfina

Come si legge nel dispositivo pubblicato dal TFN (Tribunale Federale Nazionale), Delfina è stato deferito il 9 marzo 2023 «per aver, nel pomeriggio del giorno 23 gennaio 2023 alla vigilia della gara Inter vs Empoli in programma alle ore 20.45 della stessa giornata e per la direzione arbitrale della quale era stato designato l’AE sig. Antonio Rapuano, contattato quest’ultimo associato AIA sulla propria utenza telefonica mobile, anche attraverso le piattaforme di messaggistica istantanea WhatsApp e Telegram, rappresentando allo stesso di fare ogni tanto con un amico (ovvero di scommettere di tanto in tanto sul numero complessivo di ammonizioni comminate durante una determinata gara), dando in tal modo a far intendere al proprio interlocutore di voler conoscere anticipatamente il numero di ammonizioni che lo stesso avrebbe comminato durante lo svolgimento della gara che in serata avrebbe dovuto dirigere (pensando evidentemente di riuscire in tal modo ad assumere informazioni utili al fine di poter giocare una “bolletta” vincente sull’evento sportivo che di lì a qualche ora si sarebbe svolto)».

Il tutto «non riuscendo oltre nel proprio intento per il pronto rifiuto opposto dall’AE Rapuano il quale non appena udite le parole del Defina provvedeva immediatamente a rispondere a questi con tono stizzito “che cazzo stai dicendo” interrompendo la conversazione, bloccando in entrata il numero di telefono del Defina stesso e avvisando da subito dell’occorso, tanto, il Responsabile CAN AB G. Rocchi, quanto, l’AE D. Orsato quale Rappresentante degli Arbitri in attività».

Il 24 gennaio 2023 la Procura Federale, a seguito di una nota di pari data inviatale dalla Segreteria dell’AIA, alla quale era allegata una segnalazione del 23 gennaio 2023 proveniente da Gianluca Rocchi, iscriveva nel relativo registro il procedimento disciplinare avente ad oggetto “Accertamenti in ordine al contenuto di una telefonata intercorsa tra l’AE Antonio Rapuano e il sig. Claudio Defina, responsabile nazionale fisioterapisti AIA”.

La denuncia da parte di Rapuano e Abbattista

La segnalazione di Rapuano recitava testualmente: «Gianluca, Come anticipato telefonicamente, ho appena ricevuto una chiamata da Defina Claudio (responsabile fino allo scorso anno dei fisioterapisti ); mi ha contattato tramite whatsapp chiedendomi se potevo chiamarlo su telegram. Rifiutando la sua richiesta mi pronunciava le seguenti parole: sai io con un mio amico ogni tanto faccio la bolletta scommettendo sulle ammonizioni degli arbitri. A quel punto urlandogli prima come cazzo sei messo, gli ho chiuso il telefono in faccia bloccandolo. Rapuano Antonio».

Sempre in data 24 gennaio 2023 la Segreteria AIA integrava la documentazione inoltrando altra nota del Responsabile CAN cui era allegata un’ulteriore segnalazione dell’AE sig. Eugenio Abbattista: «Buon giorno Gianluca. Facendo seguito al nostro colloquio telefonico appena intercorso con la presente ti specifico quanto segue: Oggi alle ore 12:30 circa venivo FEDERAZIONE ITALIANA GIUOCO CALCIO contatto telefonicamente dall’associato Defina Claudio. Lo stesso Defina mi riferiva di aver contattato nella giornata di ieri 23/01 l’associato Rapuano Antonio per comunicargli di una presunta sua nuova collaborazione (del Defina NB) con una società di statistica-analisi dati. Alla mia domanda di quale fosse il reale problema, il Defina mi comunicava che il Rapuano era pesantemente dissentito e infastidito dall’aver ricevuto questa chiamata, tanto dall’aver interrotto la comunicazione arrabbiato e pesantemente offeso e di aver chiamato me in considerazione del mio rapporto con il Rapuano. A quel punto avendo immaginato e intuito io qualcosa di anomalo e strano, intercorso nella chiamata fra i due (Defina e Rapuano), ho categoricamente stoppato e fermato Defina dicendogli che poteva interrompersi nel suo racconto che non era di mio interesse e pertinenza e che faceva bene a chiuderla li anche con me. Che non mi andava di proseguire nella conversazione. L’ho salutato immediatamente e ho chiuso la conversazione. Il tutto per tua opportuna conoscenza. Un caro saluto. Eugenio Abbattista».

Ritenuto che da quanto assunto fossero emerse violazioni circa i comportamenti e le attività poste in essere da Claudio Salvatore Defina, l’organo inquirente ha provveduto alla notifica della comunicazione di chiusura delle indagini per il tramite della quale al suddetto venivano contestate le violazioni. Delfina, con nota del 26 febbraio 2023, chiedeva di essere audito dalla Procura Federale e giustificava il suo comportamento spiegando che fra lui e il sig. Rapuano c’era stato un fraintendimento.

«La mia idea era di valutare la possibilità di realizzare una app per creare probabilità nelle scommesse per il mondo degli arbitri, in particolare per quanto riguarda le ammonizioni. Quindi contattavo Rapuano e gli comunicavo via whatsapp di poterci sentire su Telegram solo perché sapendo che si parlava di scommesse per evitare fraintendimenti ritenevo che fosse meglio per lui sentirsi su una chat più sicura ma il fine era esclusivamente di chiedere se esisteva un sito affidabile per poter acquisire numeri e statistiche relative alle ammonizioni degli arbitri, purtroppo non sono riuscito a spiegare questo concetto perché in meno di un minuto appena lui ha sentito da me che dicevo “ho iniziato a seguire un bet che fa scommesse sulle freccette ed avevo pensato di far qualcosa sui cartellini” lui mi diceva immediatamente “che cazzo dici Claudio” e mi metteva giù il telefono bloccandomi immediatamente, infatti provavo a richiamarlo per spiegare ma non squillava nemmeno», è la spiegazione di Delfina.

La decisione del Tribunale Federale Nazionale

La Procura Federale non ha ritenuto idonee le giustificazioni di Delfina, decidendo di deferirlo al Tribunale Federale Nazionale. Per l’organo giudicante, «il sig. Defina di aver fatto riferimento, nel corso breve colloquio avuto con il sig. Rapuano, tanto alle scommesse quanto alle ammonizioni ingenerando in tal modo, nel suo interlocutore, il legittimo sospetto che la conversazione vertesse su argomenti a dir poco “scottanti”, che avrebbero potuto condurre a gravi conseguenze sotto il profilo disciplinare».

 

«D’altra parte è lo stesso deferito a riconoscere la delicatezza del tenore della conversazione tanto da proporre al sig. Rapuano di “sentirsi su una chat più sicura”. E, comunque, la tesi giustificativa offerta dal sig. Defina non ha alcuna credibilità alla luce della circostanza che il medesimo aveva chiesto, via whatsapp, all’AE sig. Rapuano di utilizzare “Telegram” specificandone la ragione con le seguenti parole:” Ci sei caro? Posso chiamarti? Sei in tranquillità? 5 minuti una cosa importante ” (screenshot in atti). Non si comprende davvero cosa possa esserci di così riservato e urgente, da definire in cinque minuti poche ore prima della partita Inter – Empoli, nel chiedere all’AE sig. Rapuano se esista “un sito affidabile per poter acquisire numeri e statistiche relative alle ammonizioni degli arbitri”», recita ancora il dispositivo.

Secondo il Collegio «il comportamento dell’AA sig. Defina, per come dianzi evidenziato è da censurare sia sotto il profilo dell’equivocità, con riferimento alle tematiche trattate, che sotto quello della tempestività, ossia a poche ore dall’inizio di una delicata gara di campionato, e integra la violazione delle norme […] anche in considerazione del fatto che il deferito è un appartenente al settore arbitrale che quindi ben dovrebbe conoscere, e rispettare, i precetti normativi, tanto generali che settoriali, e le norme deontologiche».

Il Tribunale non scagiona Delfina in relazione alla successiva telefonata “riparatoria” con Abbattista e allo stesso tempo sottolinea l’assenza di prove documentali in relazione alla “bolletta” di cui parla l’indagato. Per questo, «anche a voler ritenere che il sig. Defina volesse effettivamente conoscere quante ammonizioni avrebbe fatto il sig. Rapuano durante la gara per poi effettuare una puntata illecita, non ci sarebbe stata la violazione del divieto (di scommesse, ndr) fintantoché non ci fosse stata la scommessa effettiva». Da qui la decisione di «irrogare la sanzione di cui in dispositivo in considerazione della gravità della condotta equivoca, intempestiva e inopportuna, posta in essere dal deferito».