Milan, il faccia a faccia con i tifosi nel mirino della Procura FIGC

Occorre verificare se l’arringa tenuta da un capo ultras della Curva Sud sia stata una minaccia o un incitamento in vista del ritorno della semifinale di Champions.

Chi sono ultras Milan
(Foto: Gabriele Maltinti/Getty Images)

Il faccia a faccia dei calciatori del Milan e dell’allenatore Pioli con i tifosi rossoneri dopo la sconfitta di ieri contro lo Spezia è al vaglio della Procura della Federcalcio. Occorre verificare se l’arringa tenuta da un capo ultras della Curva Sud sia stata in realtà una minaccia o un semplice incitamento in vista del ritorno della semifinale di Champions League.

Secondo quanto riportato dall’Ansa, il Codice di Giustizia Sportiva della FIGC, contiene una norma che vieta le cosìddette “gogne pubbliche” a cui i calciatori si sottopongono per compiacere le frange più estreme delle varie tifoserie.

L’articolo 26 del Codice di Giustizia Sportiva recita infatti che «durante le gare o in situazioni collegate allo svolgimento della loro attività, ai tesserati è fatto divieto di avere interlocuzioni con i sostenitori o di sottostare a manifestazioni e comportamenti degli stessi che costituiscano forme di intimidazione, determinino offesa, denigrazione, insulto per la persona o comunque violino la dignità umana».

«In caso di violazione del divieto si applicano le sanzioni di cui all’art. 9, comma 1, lett. e) o h). In ambito professionistico, unitamente alla sanzione di cui all’art. 9, comma 1, lettera e) o h) si applica la sanzione di cui all’art. 9, comma 1, lettera d) nelle seguenti misure: euro 20.000 per violazioni in ambito di Serie A; euro 8.000 per violazioni in ambito di Serie B; euro 4.000 per violazioni in ambito di Lega Pro», si legge ancora.

Le sanzioni previste dall’articolo 9, comma 1, alla lettera e) o h) sono le seguenti:

  • Squalifica per una o più giornate di gara; in caso di condotta di particolare violenza o di particolare gravità, la squalifica non è inferiore a quattro giornate di gara;
  • inibizione temporanea a svolgere attività in ambito FIGC, con eventuale richiesta di estensione in ambito UEFA e FIFA, a ricoprire cariche federali e a rappresentare le società in ambito federale, indipendentemente dall’eventuale rapporto di lavoro.

Nonostante la Procura si stia informando sull’accaduto, secondo quanto si apprende il Milan rimane sereno sulla questione. Dal club fanno sapere che il faccia a faccia è servito a incitare la squadra in vista del ritorno della semifinale di Champions League, e che non è ipotizzabile che si configuri qualsiasi tipo di illecito.