Una stretta sui tempi del verdetto legato al vincolo per lo stadio di San Siro. Dopo l’incontro di ieri tra Inter, Milan, il sindaco Sala e la sovrintendente Emanuela Carpani, da Palazzo Marino è uscita la richiesta, da parte dei club di sciogliere il nodo della tutela sul secondo anello del Meazza prima del 2025. Per capire, in tempi ragionevoli, se si può andare avanti con il dossier del nuovo stadio da costruire al posto del Meazza o se sia meglio guardare altrove.
Il marzo scorso la responsabile dei Beni culturali di Milano e della Città metropolitana – spiega l’edizione milanese de La Repubblica – era stata tranchant sulla possibilità di esprimersi prima del 2025: «Non si può fare». Invece ieri mattina la sua posizione è parsa più morbida. Rossoneri e nerazzurri, dunque, intravedono la possibilità di uscire dal limbo in tempi relativamente brevi.
Ora Carpani dovrà verificare con il ministro Gennaro Sangiuliano se c’è la possibilità giuridica e amministrativa di verificare l’interesse culturale del secondo anello prima che spenga le 70 candeline necessarie per far scattare l’iter del vincolo. E di dare, di conseguenza, una risposta. Qualora la risposta fosse positiva — e cioè che il Meazza ha le carte in regola per essere messo sotto tutela — il progetto di una nuova arena a poche centinaia di metri di distanza, indissolubilmente legato al suo abbattimento, salterebbe definitivamente.
Palazzo Marino lo ha detto chiaro e tondo: «Dal canto suo il Comune ritiene di dover evitare la presenza di due stadi adiacenti e funzionanti, non ritenendo ciò gestibile per il conseguente impatto su traffico, inquinamento acustico e sicurezza. E quindi per la vita delle famiglie residenti nel quartiere. A base di tutto ciò l’auspicio di tutti è l’avere in tempi brevi una risposta definitiva». Se il Meazza non si può abbattere, di certo non si può costruire un gemello a due passi.