Giletti e “Non è L’Arena”: un caso da 250mila euro a puntata

Dietro la chiusura del programma da parte di Urbano Cairo si celano motivi pratici, legati soprattutto ai costi della trasmissione.

Perché Giletti è andato via da La7

Cosa si cela dietro la chiusura di “Non è L’Arena”, la trasmissione condotta su La7 da Massimo Giletti? Una domanda che in tanti si sono posti da quando l’emittente ha annunciato improvvisamente lo stop al programma e alla quale Prima Comunicazione ha provato a dare risposta. Soprattutto dopo che il brusco stop ha scatenato dietrologie in relazione – in particolare – ai rapporti tra Giletti e Salvatore Baiardo, ex factotum dei Graviano e (a suo dire) depositario di verità mai svelate sulla mafia.

In realtà, dietro alla scelta di Urbano Cairo di chiudere la trasmissione ci sarebbero problemi pratici come il costo eccessivo del programma: circa 250mila euro a puntata, che non sono coperti da entrate pubblicitarie adeguate, per cui alla fine lo squilibrio porta a 100mila euro di perdite a puntata, 400mila al mese.

All’inizio del 2023 il tema della necessità di tagliare i costi di “Non è l’Arena”, a partire anche dalle remunerazioni del conduttore, viene affrontato da Cairo e dall’AD Ghigliani durante un incontro con Giletti e l’amico che gli fa da agente, Gianmarco Mazzi, che è anche sottosegretario alla Cultura. Giletti risponde di non poter accettare la riduzione dei costi perché avrebbe inciso negativamente sulla qualità del programma.

Dopo quel primo incontro è Ghigliani a portare avanti la trattativa con Mazzi, senza che si apra alcuno spiraglio di accordo. Così il 13 aprile viene formalizzata la chiusura del programma, con tutto quello che ne è seguito. Si tratta di un risparmio di circa 1,2 milioni di euro sulle puntate di “Non è l’Arena” che non verranno prodotte. Tanti soldi, per cui Cairo aveva già deciso di mettere in conto critiche e reazioni velenose.

Ora toccherà al direttore di rete Andrea Salerno – che occupa il ruolo dal 2017 – individuare un personaggio televisivo di area di centrodestra cui affidare lo spazio lasciato libero da Giletti. Salerno è un direttore senza budget, segno che sull’offerta le decisioni finali le prende l’editore. Sui contenuti e la programmazione però ha libertà di manovra nel palinsesto, che gestisce con l’aiuto del vice direttore storico Gianluca Foschi, portando un tocco di autorialità alla pianificazione di film e serie.

Nel frattempo, forte della sua autorevolezza, anche Enrico Mentana ha tentato di quietare le polemiche sull’uscita di Giletti proponendo lo speciale “Non si nasconde nulla”, che però ha dovuto annullare perché il protagonista, Giletti, ha preferito sfilarsi.