Juve, per Procura FIGC rischio boomerang sull'articolo 4

Alla notifica di chiusura delle indagini sul nuovo filone che riguarda le manovre stipendi, i rapporti con gli agenti e le partnership sospette con altri club, per la Juventus è…

Juventus rischio Procura FIGC

Alla notifica di chiusura delle indagini sul nuovo filone che riguarda le manovre stipendi, i rapporti con gli agenti e le partnership sospette con altri club, per la Juventus è stata ipotizzata la violazione dell’articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva, con riferimento alla slealtà sportiva.

Nessuna contestazione, invece, per quanto riguarda l’articolo 31, inerente alle “Violazioni in materia gestionale ed economica”. Si va dalla «mancata produzione, l’alterazione o la falsificazione materiale o ideologica, anche parziale, dei documenti richiesti dagli organi di giustizia sportiva, dalla COVISOC e dagli altri organi di controllo della Federazione», fino a «fornire informazioni mendaci, reticenti o parziali».

Nell’articolo si sottolinea inoltre che «la società che pattuisce con i propri tesserati o corrisponde comunque loro compensi, premi o indennità in violazione delle disposizioni federali vigenti, è punita con l’ammenda da uno a tre volte l’ammontare illecitamente pattuito o corrisposto, cui può aggiungersi la penalizzazione di uno o più punti in classifica».

Le violazioni sottolineate nell’articolo 31 sono perfettamente aderenti alle accuse nei confronti della Juve, da qui la domanda sul perché il Procuratore federale Chinè non vi abbia fatto riferimento. Come riportato da Tuttosport, le difese non sono per nulla convinte e su questo aspetto insisteranno molto, sottolineando il “principio di specialità” per cui una legge speciale ha la meglio su una di carattere generale.

Non solo, il fatto che Chinè contesti la violazione dell’articolo 4 e non del numero 31 potrebbe rivelarsi un jolly spendibile anche di fronte al Collegio di Garanzia del Coni, in occasione del ricorso sui 15 punti di penalizzazione. A conclusione delle indagini per il caso plusvalenze Chinè aveva deferito la Juve ai sensi dell’articolo 31 (dunque per illecito amministrativo), salvo poi cambiare il capo di imputazione.

Il club bianconero cercherà di puntare su una sorta di “effetto boomerang”, sottolineando al Collegio che quel modo di procedere fosse sbagliato (partire dal 31 e arrivare al 4), come dimostrato dallo stesso Chinè nelle accuse sul filone stipendi.