C’è una foto scattata nella primavera del 1992 attorno alla quale ruota la nuova inchiesta della procura di Firenze. È un’immagine che metterebbe insieme la mafia stragista e la politica. Dell’esistenza di questa istantanea ha parlato ai pm toscani il giornalista Massimo Giletti e lo ha fatto (intercettato) Salvatore Baiardo, factotum dei boss Graviano.
Come riportato da La Repubblica in un articolo a firma di Lirio Abbate, è proprio Baiardo in alcune telefonate e negli incontri con Giletti a parlare della foto, è lui a indicare la data in cui è stata scattata e il luogo in cui sono le persone ritratte, di cui fa i nomi: Silvio Berlusconi, il boss Giuseppe Graviano e il generale dei carabinieri Francesco Delfino.
Se l’immagine fosse vera, potrebbe provare accordi e conoscenze di Berlusconi, sempre negati, con Graviano, ancor prima delle stragi di Falcone e Borsellino. «Me l’ha fatta vedere, senza consegnarmela, tenendola lontana da me, eravamo in un luogo scuro in un bar a Castano, vicino a Milano. Mi è parsa una foto del tipo di quelle “autoscatto macchinetta usa e getta”, ho visto tre persone sedute a un tavolino. Berlusconi l’ho riconosciuto, era giovane, credo fosse una foto degli anni 90, sono certo fosse lui anche perché in quel periodo lo seguivo giornalisticamente», racconta Giletti ai magistrati.
Il documento gli è stato mostrato «perché ho sempre messo in dubbio le sue dichiarazioni», ha aggiunto il conduttore, la cui trasmissione “Non è l’Arena” è stata sospesa in questi giorni da La7. «Credo quindi che mi abbia fatto vedere la foto per dimostrare che i rapporti li teneva. Ritengo abbia tentato di verificare quanto fossi interessato e che cosa fossi disponibile a fare per renderla pubblica. […] Gli risposi che la foto non solo la dovevo toccare, ma anche far esaminare, per verificare se fosse un falso, perché dovevo essere sicuro di quanto pubblicavo».
Il giornalista ricorda poi a verbale che il 21 gennaio scorso aveva chiesto a Baiardo «per quale motivo Berlusconi si sia fatto fotografare con Graviano. Gli ho detto che era comprensibile che l’avesse fatto con il generale Delfino, ma averlo fatto con Graviano mi sembrava ingenuo per una persona come lui. Da quanto mi ha detto, ho compreso che la foto è stata scattata di nascosto e che dunque non era stata fatta con il consenso di Berlusconi. Era dunque stata effettuata per fini di ricatto».
E aggiunge: «Durante l’incontro che ho avuto con Baiardo mi ha detto che la foto c’è e che, se le cose non dovessero andare in un certo modo, me la potrebbe dare. Baiardo ha anche detto che con questa foto si potrebbe fare un sacco di soldi, ma che non gli interessa. Mi ha detto che questo regalo professionale me lo vorrebbe fare entro non molto tempo».
La consegna della foto, conclude Giletti, «è collegata a un’evoluzione della situazione sull’ergastolo ostativo. Faccio notare che Baiardo mi ha chiesto di mandare in onda l’intervista prima dell’8 novembre, giorno della decisione della Corte costituzionale sull’ergastolo ostativo». Ai magistrati Baiardo ha negato tutto, ma le intercettazioni mostrano il contrario, e la caccia a questa istantanea è iniziata.