Moratti: «Berlusconi mi è costato un sacco nel calcio»

Massimo Moratti rimarrà nella storia dell’Inter come uno dei presidenti nerazzurri più vincenti nella storia del club, proprio come suo padre Angelo, che da numero uno della società ha visto…

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Massimo Moratti rimarrà nella storia dell’Inter come uno dei presidenti nerazzurri più vincenti nella storia del club, proprio come suo padre Angelo, che da numero uno della società ha visto trionfare l’Inter in tutto il mondo grazie alla guida esperta di Helenio Herrera.

«Ho sempre avuto in mente il modo di lavorare di mio padre – dichiara Moratti a Libero -, il suo modo di essere vincente e che a fatica sono riuscito a riportare. Per me mio padre è stato importantissimo, ha rappresentato un esempio che mi ha consentito di vedere ciò che stavo per affrontare non come un’esperienza nuova ma come una continuazione di un percorso che avevamo vissuto da ragazzi».

Su cosa ha cercato di copiare il padre: «La determinazione nelle decisioni, il sapere di essere da solo quando le prendi e assumertene la totale responsabilità, ma quello che papà mi ha lasciato come eredità è stata sicuramente la sua immensa umanità, il suo essere disponibile con tutti. Era un uomo con un grandissimo carisma ed estremamente simpatico. Mi ha trasmesso la capacità di cercare di ottenere il massimo attraverso queste sue qualità che ho cercato di fare mie».

Sulla rivalità con il Milan di Berlusconi che ha caratterizzato la presidenza di Moratti all’Inter: «La rivalità fra di noi è stata una delle spinte che mi ha portato a cercare di far bene. Quando sono arrivato alla presidenza dell’Inter, il Milan era al massimo della sua espressione e ho dovuto cercare di fare in modo che anche la mia squadra fosse allo stesso livello, se non superiore. Con Silvio Berlusconi c’è stato un rapporto di innegabile rivalità calcistica ma di grande simpatia».

«Appena presi l’Inter ricordo che cercò di mettermi in guardia dicendomi che il Milan gli costava un sacco di soldi. Io inizialmente non ci credevo che fosse una cosa così onerosa e invece in realtà aveva ragione lui. A spingermi di andare avanti è stata la passione, il forte senso del dovere. Una volta presa quella decisione non me la sono sentita di abbandonare tutto e cambiare idea. Non fa parte di me. Ho quindi deciso di andare avanti cercando di dare il massimo», ha aggiunto Moratti.

«Berlusconi ha vinto tutto! Come si può non stimare un uomo così? – continua Moratti -. Si possono utilizzare metodi diversi ma era utile per me cercare di capire come facesse a vincere così tanto. Credo che l’umiltà di capire cosa ti succede intorno sia fondamentale. Berlusconi ha certamente cambiato i parametri economici presenti nel calcio italiano. Da quando è arrivato sono iniziati a crescere i valori delle squadre di calcio e le spese sono aumentate (ride, ndr). Del resto quando alzi la qualità, non la alzi soltanto perché sei un poeta ma devi intervenire economicamente».

Sul Berlusconi imprenditore: «Gli va dato il merito di aver inventato un qualche cosa che non esisteva nell’ambito della comunicazione, ampliandola con un coraggio senza precedenti in un momento estremamente difficile. Ha fatto una cosa impossibile anche solo pensarla. Nelle difficoltà Berlusconi riesce a tirare sempre fuori il meglio di sé. Nei momenti più duri vengono fuori tutte le motivazioni del suo successo, che non sono le superficialità ma il suo carattere, la sua determinazione, il coraggio fortissimo che ha. Tutto questo lo sta aiutando moltissimo».

Un’ultima battuta su chi fosse più forte sul terreno di gioco fra Van Basten e Ronaldo: «Io credo che Ronaldo sia stato il giocatore più forte che si è presentato in Italia nel dopoguerra».