Il governo scioglie i nodi sulle nomine: ecco i nuovi vertici delle partecipate

Nella serata di ieri il governo ha trovato la quadra finale sulle nomine delle partecipate dello Stato con un braccio di ferro interno alla maggioranza che è andato avanti per…

Scaroni legami Putin e Gazprom

Nella serata di ieri il governo ha trovato la quadra finale sulle nomine delle partecipate dello Stato con un braccio di ferro interno alla maggioranza che è andato avanti per settimane con nessuna delle 3 forze di governo pronta a cedere sulle proprie posizioni. Nonostante questo, la premier ha espresso soddisfazione per come è stata gestita la partita delle nomine emerge: «ottimo risultato del lavoro di squadra del governo, frutto di un attento percorso di valutazione delle competenze e non delle appartenenze» si legge in un breve comunicato.

Alla fine, la Lega, secondo indiscrezioni, avrebbe ottenuto la presidenza di Terna, con la nomina di presidente che dovrebbe andare a Igor de Blasio, mentre il suo vice dovrebbe essere una donna e la scelta dovrebbe ricadere su Giuseppina Di Foggia. Niente da fare, almeno all’interno delle cosiddette Big 5, per Stefano Donnarumma che comunque dovrebbe trovare un posto nelle consociate minori.

Il governo Meloni ha poi rivoluzionato i vertici di Leonardo con l’ex ministro Roberto Cingolani come amministratore delegato e Stefano Pontecorvo come presidente. La premier ha dovuto assecondare Lega e Forza Italia, invece, sulle nomine dell’Enel dove la carica di presidente è andata a Paolo Scaroni, presidente del Milan ed ex numero uno di Eni proprio sotto il governo Berlusconi. Flavio Cattaneo, invece, è stato nominato ad.

Nelle liste pubblicate dal Mef c’è la conferma prevista di Claudio Descalzi ad di Eni e Matteo Del Fante nello stesso ruolo a Poste Italiane. I presidenti delle due società saranno il generale della Guardia di Finanza Giuseppe Zafarana e Silvia Rovere, ora alla guida di Assoimmobiliare.

Nel tardo pomeriggio di ieri, Meloni ha riunito a Palazzo Chigi alcuni fedelissimi, fra cui il ministro Francesco Lollobrigida. Una riunione di routine, la partita nomine è stata già chiusa, la spiegazione ufficiale. Alla fine dei conti, le nomine hanno dimostrato ancora una volta i rapporti di forza all’interno della maggioranza con la premier che ha mantenuto fede alla sua linea di non procedere con rivoluzioni, come da volontà della Lega, e mantenere le persone che hanno fatto bene.