Indagine sull’affare Osimhen, perquisita la sede della Turris

Le indagini sulle plusvalenze nel mondo del calcio continuano a espandersi su tutto il territorio nazionale. Dopo aver coinvolto in principio Torino ed essere arrivato anche a Roma e…

Napoli indagine Osimhen
Victor Osimhen (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Le indagini sulle plusvalenze nel mondo del calcio continuano a espandersi su tutto il territorio nazionale. Dopo aver coinvolto in principio Torino ed essere arrivato anche a Roma e Salerno, ora il faro della Guardia di Finanza è acceso su Napoli.

Come riporta l’edizione odierna de La Repubblica, su mandato della Procura del capoluogo campano, le Fiamme Gialle hanno perquisito la sede della Turris, società di Torre del Greco con la prima squadra che milita nel campionato di Serie C. I militari hanno sequestrato due contratti, uno di acquisto e uno di cessione, ma che si riferiscono allo stesso calciatore: Claudio Manzi.

Manzi era uno dei quattro giocatori, insieme a Luigi Liguori, Ciro Palmieri e Orestis Karnezis, entrati nell’affare che ha portato al Napoli Victor Osimhen, attuale capocannoniere della Serie A, nell’estate del 2020. Il club partenopeo, come gli altri club coinvolti nell’inchiesta sulle plusvalenze sospette, fu prosciolto. Quindi la perquisizione con prelevamento di documenti da parte della Guardia di Finanza rientra nel supplemento di indagine chiesto a gennaio alla Procura di Napoli che sta indagando sui conti del club presieduto da Aurelio De Laurentiis.

I militari hanno già ascoltato alcuni dei ragazzi che furono coinvolti nell’affare Osimhen. Manzi, all’epoca, fu pagato 4 milioni di euro dal Lille, ma in Francia non ha mai messo piede, visto che la firma del contratto è avvenuta nella sede del Napoli e da lì andò direttamente in prestito alla Fermana. Neanche un anno dopo, esattamente 11 mesi più tardi, Manzi fu svincolato dal Lille, che nel frattempo aveva cambiato proprietà. Da svincolato Manzi firma per la Turris, che nel gennaio 2023 lo vende alla Virtus Entella per una cifra intorno a 120 mila euro, che sono molti meno dei 4 milioni iscritti a bilancio da parte del Napoli due anni e mezzo prima.