Torna sotto la lente di ingrandimento l’operazione legata alla cessione del Milan da Elliott a RedBird, finita nel mirino in particolare da Blue Skye, socio di minoranza del fondo statunitense nella gestione del club rossonero. Come riporta l’edizione odierna del Corriere della Sera nella sua edizione di Milano, all’indomani delle perquisizioni fatte dalla Guardia di Finanza, avvenute il 26 gennaio scorso, Elliott ha spostato oltre 1 miliardo di euro, fra denaro e crediti, dalle due società lussemburghesi, Rossoneri Sport e Project Redblack, alle Isole Cayman e in Delaware.
Una mossa per cui adesso il socio di minoranza ai tempi del Milan, Blue Skye, ha chiesto al Tribunale Fallimentare di Milano di dichiarare l’insolvenza delle due società lussemburghesi attraverso le quali Elliott controllava il Milan. Le due società, usate per rilevare il Milan da Yonghong Li nel 2018 e poi per finanziare l’acquirente RedBird nel 2022 hanno spostato 515 milioni di euro in denaro e altri 541 milioni in obbligazioni, lasciando 46 milioni nelle casse di Rossoneri Sport e di RedBlack, controllate al 95,7% da Elliott e al 4,3% da Blue Skye dei finanzieri Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo. I soldi mossi da parte di Rossoneri Sport vengono giustificati come parziale rimborso dei prestiti, con Redblack, che nella stessa giornata, ha distribuito gli attivi a Elliott e da lì il denaro per due terzi va alla Elliot International che si trova alle Isole Cayman, e per un terzo alla Elliot Associates che è in un altro paradiso fiscale come il Delaware.
Il problema che, secondo la Blue Skye, quei 46 milioni di euro sono insufficienti per garantire il pagamento dei 117 milioni che gli spettano in proporzione da Elliott quale remunerazione del cofinanziamento dell’acquisto-valorizzazione-
Il tutto nasce dalla cessione del Milan da parte di Elliott a RedBird con il socio di minoranza Blue Skye che afferma di aver appreso della vendita a giochi fatti e solo attraverso le dichiarazioni sui giornali dell’epoca da parte dell’attuale presidente rossonero, Paolo Scaroni, già nel Consiglio di Amministrazione sotto la gestione cinese. Proprio per questo Cerchione e D’Avanzo contestano a Elliott che con una differente vendita si potesse strappare un prezzo migliore, affermano la violazione degli accordi statutari su questo tipo di decisioni e lamentano la revoca in Rossoneri Sport del proprio amministratore Giovanni Caslini.
Al momento, nonostante la vendita sia andata a buon fine e il Milan sia passato sotto la gestione del fondo RedBird, ci sono diverse cause e controcause in atto, fra Milano e New York, passando per il Lussemburgo e Hong Kong. Alle quali si sono aggiunte le indagini della Procura di Milano, nate da un esposto di Blue Skye, per l’ipotesi di “appropriazione indebita” e “ostacolo alle funzioni di vigilanza della Covisoc”.
Nei mesi scorsi, Elliott aveva spiegato relativamente alla causa di Blue Skye: “Dopo l’annuncio della vendita di AC Milan a RedBird, BlueSkye ha avviato una serie di contenziosi frivoli e vessatori che Elliott e il co-investitore Arena Investors considerano nient’altro che un tentativo di estrarre un valore a cui BlueSkye non ha diritto. BlueSkye non possiede altro che una piccola partecipazione indiretta in AC Milan, la cui stragrande maggioranza è costituita da capitale controllato e versato da Arena Investors, che a sua volta condanna fermamente e pubblicamente le azioni di BlueSkye. L’operazione con RedBird rispetta pienamente tale interesse, tutte le necessarie approvazioni societarie sono state ottenute in ogni fase della transazione e BlueSkye riceverà tutte le somme a cui ha diritto. Elliott e Arena Investors difenderanno ovviamente con vigore ogni loro interesse contro le azioni frivole e vessatorie di BlueSkye, e si aspettano pienamente di avere la meglio”.