Il piano di ristrutturazione proposto dal gigante immobiliare cinese Evergrande è stato approvato da un gruppo di creditori internazionali, passo importante verso la riduzione del suo enorme debito. In un documento rilasciato dalla Borsa di Hong Kong, la società di sviluppo immobiliare ha affermato di aver accettato le proposte negoziate con un gruppo di creditori che detengono la maggior parte delle sue obbligazioni offshore, per un valore di oltre 20 miliardi di dollari.
Il promotore immobiliare ha in particolare offerto ai creditori di scambiare il pagamento del suo debito con nuove obbligazioni e una partecipazione in due filiali, compreso l’ambizioso ramo dei veicoli elettrici. L’offerta è stata approvata dai creditori, sotto forma di tre distinti piani di ristrutturazione stipulati con Evergrande.
Il gruppo, sull’orlo del fallimento, è strangolato da un debito enorme che era stato stimato nel 2021 in circa 300 miliardi di dollari. Da allora la salute finanziaria di Evergrande ha preoccupato i mercati perché il crollo del gruppo che un tempo contava 200.000 dipendenti avrebbe conseguenze disastrose per l’intera economia cinese.
Non va dimenticato che la questione Evergrande riguarda da vicino anche Suning, la holding proprietaria dell’Inter. Nel 2017 Zhang Jindong aveva anticipato ad Evergrande capitali per 20 miliardi di yuan (circa 2,6 miliardi di euro), sottoscrivendo azioni di classe A di Evergrande Real Estate (nota anche come Hengda Real Estate) destinate alla quotazione in borsa, con la promessa di forti dividendi.
Grazie al supporto di Suning e di altri gruppi privati cinesi, Evergrande aveva così raccolto complessivamente 130 miliardi di yuan (circa 16,65 miliardi di euro), grazie anche alla promessa che nel caso in cui la quotazione in borsa delle azioni di classe A di Evergrande Real Estate non si fosse concretizzata, gli investimenti sarebbero stati ripagati entro marzo 2021.
Tuttavia, nell’autunno del 2020, dopo l’ennesimo rinvio del progetto di quotazione, alcuni investitori hanno dato il loro assenso a non esercitare opzioni di riscatto delle quote versate, evitando la crisi di liquidità di Evergrande. Tra questi anche lo stesso Zhang Jindong che ha accettato di rivedere l’accordo in essere con il patron di Evergrande, Xu Jiayin. Zhang ha dunque rinunciato a chiedere il rimborso dei 20 miliardi di yuan, mantenendo così la partecipazione immobilizzata in Evergrande Real Estate (notizia da cui sono scaturite le pressioni sul debito di Suning e che hanno portato alla crisi del gruppo).