L’eventuale progetto che il Milan ha intenzione di presentare al sindaco Beppe Sala per il nuovo stadio rossonero nell’area dell’ex ippodromo La Maura non nasce sotto una buona stella. Se è vero che i rossoneri, dopo gli incontri della scorsa settimana portati avanti da Gerry Cardinale in persona, vogliono dare un’accelerata decisiva, dalla parte politica non arrivano segnali incoraggianti.
Infatti, come riporta l’edizione odierna del La Repubblica-Milano, Sala sarebbe molto contrariato dalla posizione a priori presa contro lo stadio dai consiglieri che rischia di bloccare sul nascere le intenzioni del Milan di rimanere a Milano con il nuovo stadio, mentre si concretizza sempre di più il rischio che il capoluogo lombardo perda entrambe le squadre, che hanno sempre sul tavolo la possibilità di farsi un nuovo impianto fuori dai confini cittadini.
Intanto a Palazzo Marino la schiera dei contrari aumenta ogni giorno. In maggioranza la linea aperturista del sindaco Sala sarebbe sposata solo da due consiglieri, Marco Mazzei e Marzia Pontone, entrambi della Lista Sala. Tutti gli altri sarebbero contrari per un totale di 29 su 31 consiglieri presenti nel Consiglio cittadino. Ed è qui lo scoglio più grande e impervio da superare sia per il Milan che per lo stesso sindaco Sala che vorrebbe evitare una bocciatura così netta su un tema così delicato, ma estremamente importante.
Ma il fronte del no sembra non presentare spaccature sul tema, come testimoniano le parole del capogruppo del PD, Filippo Barberis: «Siamo convinti e continueremo a insistere perché si proceda con l’investimento delle due squadre nella rigenerazione dell’attuale area stadio come già indicato dal Consiglio comunale. La maggioranza, in maniera trasversale, ha espresso forti preoccupazioni sull’idea del nuovo stadio sulla Maura per ragioni di ordine ambientale e urbanistico».
Dall’altra parte, le parole di Marco Mazzei, della Lista Sala: «Sono d’accordo con il sindaco quando dice che bisogna aspettare di vedere il progetto prima di prendere posizione. Il mio non è un no a priori all’opzione dello stadio sulla Maura. Credo sia più giusto parlare nel concreto. L’opzione migliore per me era ristrutturare l’attuale stadio, però siccome ogni volta che si nomina lo stadio scattano i fronti dei no che ci hanno portato dopo quattro anni a non avere preso nessuna decisione, dico che è il caso di entrare nel merito e poi esprimere un’opinione. Lo stadio non è l’unico tema di Milano».
Gli fa eco Marzia Pontone: «Sono contraria al consumo di suolo, ma prima di dire no al progetto del Milan vorrei avere la possibilità di vederlo. Si deve ragionare su dati concreti e capire quali sono gli interessi che vanno contemperati e prendere una decisione nell’interesse dei cittadini. Ma lo si può fare solo vedendo il progetto effettivo, come ha detto anche il sindaco».
Ad attendere il progetto prima di esprimersi anche i consiglieri di Lega e Fratelli d’Italia, mentre il gruppo di Forza Italia è diviso con Alessandro De Chirico contrario e Gianluca Comazzi, anche assessore regionale, che sostiene di «non avere nessun pregiudizio sulla Maura».
Allo stato attuale, l’opzione stadio al La Maura non passerebbe nemmeno con i voti a favore dell’opposizione, cosa che era successa invece al tempo della votazione per il progetto del nuovo San Siro. In tutto questo il Milan attende, ma con una certa preoccupazione di rimanere ancora impantanato in una lotta politica che possa andare troppo per le lunghe con il termine ultimo, indicato dal sindaco Sala, di presentare il progetto che scade giovedì prossimo. Il Comune, alla pari dell‘Inter, inoltre, aspetta anche la rinuncia ufficiale dei rossoneri al progetto per la realizzazione del nuovo impianto a San Siro, che quindi rimane ancora un’opzione valida.
Infine, su un eventuale stadio a La Maura, si è espresso Daniele Del Ben, il presidente del Parco Sud, dentro il quale sorge l’area di proprietà di Snaitech dove il Milan vorrebbe costruire la sua nuova casa: «Uno stadio è assolutamente incompatibile con le norme contenute nel Piano territoriale di coordinamento del parco». Stessa musica da parte del presidente dei sindaci dei Comuni abbracciati dal parco, Rino Pruiti. È anche vero che fra un anno circa la governace del Parco cambierà completamente e che un Accordo di programma potrebbe superare ogni vincolo, ma i tempi iniziano ad allungarsi, eventualità che Cardinale ha sempre voluto scongiurare.