Non solo calcio, Gerry Cardinale punta anche sul cinema. Il fondatore e proprietario di RedBird, il fondo di investimento che controlla tra le altre il Milan, è infatti tra i maggiori investitori nella Artists Equity, la casa di produzione degli attori Ben Affleck e Matt Damon che ha prodotto il film “Air”. La pellicola, in uscita nelle prossime settimane anche in Italia, ripercorre la storia dell’accordo fra la Nike e Michael Jordan per la famosissima linea di articoli sportivi.
Entrambi gli attori parteciperanno alla pellicola con Affleck che interpreterà il capo di Nike, Phil Knight, mentre Damon vestirà i panni dell’uomo d’affari e responsabile marketing di Nike all’epoca Sonny Vaccaro, fondamentale nella riuscita dell’accordo con Jordan che portò la società di Beaverton a diventare tra le principali aziende sportive del mondo, con una linea che ancora oggi è tra le più vendute (tanto che il logo Jordan è finito anche sulle maglie del PSG).
«Questo film è la massima espressione dei tre anelli del mio diagramma di Venn e del modo in cui investo, che sono: sport, media e cultura», ha detto Cardinale a Sportico, mentre era in volo per raggiungere Milano dove ha avuto nella giornata di ieri gli incontri con il sindaco Sala e il presidente della Regione, Attilio Fontana, per parlare del nuovo stadio che ha intenzione di costruire a Milano.
“Air” è stato coprodotto da Amazon Studios e Skydance Sports, il ramo Skydance Media lanciato di recente che ha anche stipulato un accordo con la NFL. RedBird ha anche una partnership con Skydance, il che significa che Cardinale ha due linee collegate al film. Il film è la storia dell’ossessivo inseguimento di Vaccaro nei confronti del debuttante dei Chicago Bulls Michael Jordan, intorno al quale il venditore di scarpe spera di lanciare una linea di scarpe da ginnastica da basket.
«Riguarda davvero l’eredità di Phil e ciò che Nike ha fatto, eppure sta anche uscendo proprio mentre Michael sta deliberando sulla vendita degli Hornets – ha commentato Cardinale -. Quindi, da un lato, hai questo esame dell’impatto di questo momento fondamentale nello sport e nella cultura, e allo stesso tempo, c’è questa figura invisibile, simile a un dio, al centro di tutto, e oggi è senza dubbio la più grande proprietà intellettuale in tutti gli sport. C’è molto che si riunisce qui». La presenza invisibile è Michael Jordan, che, come ammesso dallo stesso Affleck in sede di presentazione, è impossibile da interpretare.
«Con lo sport – prosegue Cardinale -, c’è stata una bolla e le valutazioni degli asset sono esplose, ma nessuna infrastruttura ha tenuto il passo. Quindi stanno cercando nuovi modi per ridurre questo divario. Di solito vado in quel vuoto e lo riempio costruendo queste società. Perché una gamba dello sgabello non è sufficiente per impedirti di ribaltarti. Lo sport oggi è una storia mediatica. È una storia culturale. Per come la penso, lo sport come entità autonoma ha raggiunto il massimo; è come Adam Smith e la mania dei tulipani. Sai, quando inizi a sentire di persone che parlano molto liberamente dello sport come asset class, è allora che devi fermarti e dire “uh oh”. Tutto questo capitale che viene raccolto per prendere quote di minoranza nelle squadre che controllano le valutazioni premium senza governance, è fatto solo perché gli investitori vogliono essere in grado di spuntare la casella e dire di avere un’esposizione sportiva. Non è sostenibile e non è responsabile. E quindi sì, penso che siamo in una bolla».