Premier League, polemiche sui club: 81 voli brevi per 100 partite

Il calendario di partite così intasato che costringe i club a viaggiare da una parte all’altra del proprio paese, mette allenatori e i loro staff tecnici, per non parlare dei…

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(Photo by DANIEL ROLAND/AFP via Getty Images)

Il calendario di partite così intasato che costringe i club a viaggiare da una parte all’altra del proprio paese, mette allenatori e i loro staff tecnici, per non parlare dei responsabili che si preoccupano della logistica, a pensare al modo migliore di non spendere troppe energie anche per gli spostamenti. Ma in Premier League forse hanno esagerato.

Infatti, secondo quanto riportato da uno studio condotto dalla BBC, nell’arco di due mesi, dal 19 gennaio al 19 marzo, nel quale si sono giocati 100 partite che hanno visti coinvolti club appartenenti alla Premier League e che hanno visto ben 81 voli organizzati dalla società, con alcuni di essi documentati dalle immagini social diffuse dagli account dei calciatori e a volte dei club stessi.

Di questi 81 voli, 59 sono stati organizzati per delle partite di Premier League, 16 della FA Cup e 6 per la Carabao. Il più corto volo è durato soli 27 minuti, mentre quello più lungo 77, per una media complessiva di 42 minuti a volo. Inoltre questi spostamenti via aerea hanno portato a 37 voli (compresi tra gli 81) “di posizionamento”, termine usato per identificare lo spostamento degli aerei senza passeggeri resi necessari appunto per raccogliere le persone e portarle a destinazione.

La BBC ha condotto uno studio anche su questi voli senza alcun passeggero, anche se non c’è conferma se effettivamente fossero vuoti o con qualche persona a bordo. Il più lungo è durato 84 minuti, il più corto 17 per una media di volo di 42 minuti. Inoltre, esisterebbero aerei che si spostano da un aeroporto di Londra a un altro per facilitare poi il viaggio delle squadre e questi non vengono contrassegnati come voli “di posizionamento”, quindi questi potrebbero essere come numero superiori ai 37 conteggiati dalla BBC.

La Premier League non impone a livello centrale i piani di viaggio individuali dei club, ma ha dichiarato a BBC Sport che «riconosce la necessità di agire sul cambiamento climatico e si impegna a ridurre il suo impatto climatico complessivo. I club hanno dimostrato il loro impegno per un cambiamento positivo in questo settore e continuano a svolgere un ruolo importante nella sensibilizzazione del problema tra i tifosi, lavorando anche su politiche per migliorare la sostenibilità ambientale in tutte le loro operazioni commerciali». Tali politiche, ha sottolineato la Premier League, includono iniziative di viaggio dei tifosi più sostenibili, l’uso di energie rinnovabili e progetti di conservazione. La Premier League ha sottolineato che nel periodo di due mesi posto sotto studio, ci sono stati più di 74.000 voli nazionali nel Regno Unito, quindi gli 81 voli dei club del massimo campionato inglese sono stati meno dello 0,1% di quel totale.

Un portavoce dell’Arsenal, inoltre, ha dichiarato a BBC Sport che i voli nazionali di questo tipo «hanno rappresentato lo 0,25% delle emissioni totali del club per la stagione 2021-22. I voli nazionali a volte sono una necessità basata sul benessere dei giocatori e sulle esigenze operative. La necessità di volare spesso dipende dall’ora di inizio della partita, dal tempo tra le nostre gare e dall’affidabilità dei metodi di trasporto alternativi». Dai dati in mano alla Premier League risulta, invece, che le emissioni maggiori legati allo sport sono riconducibili allo spostamento dei tifosi e perciò c’è l’intenzione  di «incoraggiare i fan a considerare come possono ridurre il proprio consumo di carbonio».

Dale Vince, presidente della squadra di League One (terza serie inglese) Forest Green, considerata la squadra di calcio più sostenibile del mondo, li ha definiti «dati scioccanti in soli due mesi. È un’illusione pensare che ci sia un guadagno per un volo di quella durata, gli allenatori moderni sono molto comodi e non pregiudicheranno le prestazioni dei giocatori su quella breve distanza. L’impatto del carbonio è una cosa. Ma penso che l’impatto maggiore sia quello emotivo, quello intellettuale, hai le squadre della Premier League che danno un pessimo esempio al resto del paese, quando siamo disperatamente ha bisogno di arrivare allo zero netto. Questo arriva pochi giorni dopo l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite che afferma che ci restano assolutamente solo pochi anni per agire per evitare il peggio della crisi climatica».

La Premier League ha aderito allo Sport for Climate Action Framework delle Nazioni Unite e di conseguenza ha il compito di raggiungere le zero emissioni nette entro il 2040. Era nel novembre 2021, ma deve ancora confermare i suoi piani. «La Premier League – si legge nella nota a margine – è in procinto di sviluppare una strategia di sostenibilità ambientale, che stabilirà piani per fornire azioni per il clima. Come parte di questa strategia, la lega continuerà a impegnarsi e lavorare a fianco di club e partner, per trovare modi pratici per ridurre l’impatto ambientale del calcio».