L’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes incontrerà il 5 aprile, a Torino, il sindaco del capoluogo piemontese Stefano Lo Russo e il presidente della Regione Alberto Cirio. I due amministratori, riporta La Stampa, avevano presentato la richiesta di un incontro per avere informazioni sul futuro del centro di produzione torinese della Rai e sulle prospettive dell’azienda in città.
«Abbiamo subito ricevuto la disponibilità dell’amministratore delegato a cui chiederemo rassicurazioni», sottolinea il sindaco Lo Russo. Le preoccupazioni dei lavoratori riguardano la possibile marginalizzazione della sede di Produzione rispetto ad altre sedi italiane e delle criticità che riguardano gli uffici in locazione in via Cavalli nonché l’incertezza sui locali di corso Giambone.
«A breve avremo un passaggio importante che ci permetterà di difendere un altro straordinario presidio torinese perché tra le varie cose che sono nate in Piemonte non dimentichiamo che la televisione qui ha mosso dei passi importanti e per noi è un’industria che da posti di lavoro e centralità culturale. Quindi la riteniamo imprescindibile», le parole di Cirio sulla questione.
Restano comunque le perplessità sui risultati a cui potrà portare questo appuntamento. Da un lato, perché Fuortes è dato in uscita dalla Rai in tempi rapidi. Dall’altro perché senza piano industriale, che definisca produzioni, budget e organici il rilancio dei centri di produzione resta sulla carta. Per questo nel Consiglio di amministrazione c’è molta preoccupazione sulla vicenda.
L’argomento, tra l’altro, è arrivato anche in Parlamento con un’interrogazione al ministro dell’Industria e del Made in Italy sul futuro del Centro di Torino presentata dai deputati del Movimento 5 Stelle Chiara Appendino e Antonino Iaria. «Ad oggi […] si riscontrano situazioni di sottoutilizzo degli spazi e delle attrezzature disponibili, nonché una carenza di investimenti sull’innovazione e sulle nuove produzioni. Rai Torino è una realtà storica ed eccellente nel panorama audiovisivo. Non possiamo permettere che venga abbandonata o ridimensionata da scelte aziendali poco trasparenti o miopi».