La procura federale della Figc, guidata da Giuseppe Chiné, ha richiesto sei mesi di inibizione per l’ex presidente dell’Aia, Alfredo Trentalange durante l’udienza presso il tribunale federale nazionale per il caso D’Onofrio. Lo riporta l’ANSA. La richiesta della procura ha tenuto conto della continuazione tra gli illeciti contestati e della circostanza (attenuante) che si ormai dimesso da ogni carica Aia.
Il tribunale, dopo tre ore di dibattimento, è ora in camera di consiglio e la sentenza dovrebbe arrivare in giornata. “Il deferimento era infondato già prima di oggi e tale rimane a mio avviso – ha detto uscendo il legale di Alfredo Trentalange, Paolo Gallinelli – Quello che poteva fare dal punto di vista ‘politico’ lo ha fatto dimettendosi per potersi anche difendere liberamente”.
Trentalange non ha preso la parola durante l’udienza. Secondo quanto riferito dall’avvocato poi “la procura federale nel corso dell’udienza si è opposta all’acquisizione degli atti, tra i quali la carta intestata comparativa per dimostrare che le dichiarazioni fatte da D’Onofrio per essere autorizzate dal tribunale di Milano erano apocrife e false. E il tribunale ci ha dato ragione, respingendo la richiesta della procura e acquisendo gli atti”. Il riferimento è alla falsificazione dei documenti, da parte di D’Onofrio, per ottenere i permessi durante gli arresti domiciliari, raggirando, secondo la tesi della difesa, anche la magistratura ordinaria oltre che l’Aia.