Nello stadio del Tottenham: costi, tempi e capienza, il Milan sogna il nuovo impianto

(LONDRA) – Il Milan studia a casa del Tottenham. I rossoneri sono pronti a scendere in campo per la sfida valida per gli ottavi di finale di ritorno della UEFA…

Tottenham nuovo stadio
(Foto: Paul Harding/Getty Images)

(LONDRA) – Il Milan studia a casa del Tottenham. I rossoneri sono pronti a scendere in campo per la sfida valida per gli ottavi di finale di ritorno della UEFA Champions League. Si riparte dall’1-0 del match di andata, partita decisa da una rete di Brahim Diaz, che torna a disposizione dopo essere stato costretto ai box dal problema al ginocchio che lo aveva tenuto lontano dalla sfida di sabato sera contro la Fiorentina.

Se sul campo il Milan insegue il sogno dei quarti di finale, fuori dal terreno di gioco ne coltiva un altro che il Tottenham ha già trasformato in realtà: quello del nuovo stadio. Gerry Cardinale ha fretta e dopo le novità emerse nelle ultime settimane – con l’ipotesi più “fresca” di costruire un impianto tutto rossonero nell’area de La Maura – ora attende di capire come si evolverà la situazione.

L’obiettivo è quello di prendere una decisione entro la fine di marzo o inizio aprile, ricordando che l’ipotesi di un nuovo San Siro in coabitazione con l’Inter non è ancora tramontata. Come detto, la sfida con il Tottenham sarà utile per respirare anche l’atmosfera di un impianto tra i più moderni e all’avanguardia, inaugurato meno di quattro anni fa.

Il nuovo stadio del Tottenham

Il Tottenham Hotspur Stadium sorge sulle ceneri del vecchio White Hart Lane, demolito nel 2017 per fare spazio a un nuovo impianto da oltre 62mila posti. Una struttura nata sulla scia della visione del presidente degli Spurs Daniel Levy, che desiderava per il club del nord di Londra uno stadio che potesse vivere 365 giorni all’anno e non solamente durante i giorni delle partite.

(Foto: Calcio e Finanza)

Lo stadio – secondo per capienza in Premier League, dietro solamente all’Old Trafford di Manchester – è costato oltre un miliardo di euro e ha richiesto più di due anni di lavoro per essere completato. Attualmente offre un’esperienza di primissimo livello ai tifosi, sia a coloro che vogliono ancora avere accesso a prezzi più “popolari” (il prezzo più basso per un tagliando può partire da circa 45 sterline), sia a chi invece è disposto a investire di più.

Degli oltre 62mila posti dell’impianto, sono circa 8mila quelli dedicati alle cosiddette Premium Experience. Si va dalla più costosa H Club, un Members’ Club con un servizio da stella Michelin che costa 60mila sterline all’anno (tra quota annuale e l’obbligo di acquistare almeno due posti), al Tunnel Club, un club privato con pareti di vetro che consente ai tifosi di vedere “dietro le quinte” con una visuale esclusiva sul tunnel che porta i giocatori dagli spogliatoi al campo di gioco e posti a sedere dietro l’area tecnica della Prima Squadra (in questo caso il costo è di circa 56mila sterline, sempre tenendo conto di un minimo di due posti).

Sono tuttavia previste anche soluzioni Premium di livello più basso: qui si paga tra le 4mila e le 7.500 sterline all’anno, con la possibilità di arricchire l’esperienza con ristoranti in aggiunta. Grande flessibilità per garantire più esperienze diverse nel corso della stagione. Per gli abbonamenti normali si parte invece da una cifra che ruota intorno alle 600 sterline.

Una delle aree hospitality (Foto: Calcio e Finanza)

E’ proprio quella dell’hospitality una delle voci sulle quali il Milan ha intenzione di puntare per spingere i ricavi con il nuovo stadio, senza dimenticare la possibilità di destinare la struttura ad altri eventi, come fa il Tottenham. Si va dai concerti alle conferenze e altri eventi, fino alla disputa dei match di NFL.

Proprio in ottica football americano, il manto erboso è mobile e sotto al prato è presente una struttura in sintetico per gli incontri. Per rimuovere il fondo in erba, ci sono 68 motori che percorrono un sistema di binari (una soluzione simile è stata adottata anche dal Real Madrid per la riqualificazione del Bernabeu). Il prato viene sistemato in un magazzino e il tempo limite per la giacenza è di dieci giorni: superate le 240 ore l’erba comincia infatti a danneggiarsi.

Il tema della capienza, tanto caro ai tifosi di Inter e Milan anche durante il dibattito pubblico sul nuovo San Siro, è stato ampiamente discusso anche nella fase di progettazione del nuovo stadio del Tottenham. Il club ha fatto i conti con la propria fan base e con l’accessibilità in base ai prezzi. Inizialmente si era studiata anche la possibilità di farlo più grande, ma si è poi deciso di optare per poco più di 62mila. Attualmente, gli abbonati in casa Spurs sono 50mila, dei quali 42mila “General Admission” e 8mila Premium. Questa soluzione consente mediamente al Tottenham di incassare intorno ai 5 milioni di sterline (circa 6 milioni di euro) tra stadio e attività collaterali per ogni giorno di gara durante la stagione.

Scaroni: «Nuovo stadio un tassello findamentale»

«L’esperienza che si può vivere in uno stadio innovativo come quello del Tottenham, come in molti stadi negli Stati Uniti, ci consente di comprendere le potenzialità e le opportunità che un impianto moderno può offrire a una città, a un club di livello mondiale e a tutti i suoi tifosi. Dobbiamo accelerare sul progetto di nuovo stadio che costituisce un tassello fondamentale nel nostro processo di crescita, indispensabile per potere competere a livello internazionale. Il vecchio San Siro è ricco di ricordi, ma sentiamo la responsabilità di guardare al futuro del nostro club, per regalare nuovi successi ed esperienze indimenticabili a tutti i nostri tifosi», ha commentato il presidente del Milan Paolo Scaroni.

Ma al netto dell’importanza che il nuovo impianto ha avuto per il Tottenham, e quella che potrebbe avere per il Milan, non va tralasciato l’impatto sulla comunità. Come club il Tottenham ha preso molto seriamente la responsabilità nei confronti della sua comunità locale, quello che ha potuto restituirle e la sua economia.

Il club avrebbe infatti avuto la possibilità di costruire il nuovo stadio in altre aree, si poteva andare allo stadio Olimpico e si poteva anche decidere di costruire fuori città. Invece si è deciso di realizzare l’impianto esattamente sullo scheletro di White Hart Lane – recuperando anche una parte industriale adiacente – con l’idea di riqualificare e rigenerare un’intera area. Il nuovo stadio ha spinto così l’economia della zona con i locali e negozi che si sono riempiti sempre di più e per più volte durante l’anno perché l’impianto attrae visitatori con continuità e questo ha creato dei posti di lavoro, oltre ai 3.500 generati proprio tramite l’attività dell’impianto.

Un’area comune per i tifosi (Foto: Calcio e Finanza)

Il tutto senza tralasciare la storia della società, dal momento in cui una parte del pavimento del nuovo Tottenham Hotspur Stadium è composta dagli stand originali del vecchio White Hart Lane, demoliti e successivamente riassemblati tra loro. Insomma, il progetto degli Spurs mostra che un’alternativa è possibile (oltre che auspicabile) per i club italiani. Così il Milan cercherà di portare a casa molto più dei quarti di Champions dalla sua trasferta londinese.

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