La FIFA è pronta a modificare il format della Coppa del Mondo 2026, che si giocherà tra Stati Uniti, Messico e Canada. Inizialmente, con l’ampliamento a 48 squadre, era previsto che il torneo venisse disputato nella fase iniziale con 16 gironi da tre nazionali.
Tuttavia, come riportato dalla BBC, l’entusiasmo generato dal torneo dello scorso novembre in Qatar, quando alcuni gironi si sono decisi nelle ultime partite tese, ha fatto tornare la FIFA sui suoi passi. La decisione sarà quindi quella di tornare ai classici gironi da quattro squadre: la conferma dovrebbe arrivare alla riunione del consiglio FIFA in Ruanda il 16 marzo.
Secondo la BBC esiste un accordo tra tutti gli stakeholders sul fatto che il format a quattro squadre debba essere mantenuto, a condizione che non estenda eccessivamente le tempistiche della competizione, che include i tempi di preparazione e il torneo stesso.
«I gruppi di tre sembravano una grande idea, ma ci sono alcuni problemi», ha detto il presidente della Concacaf Victor Montagliani al FT Business of Football Summit. «È giusto che ti qualifichi per un Mondiale e un terzo delle squadre vada a casa dopo due partite Dobbiamo essere responsabili. C’era un determinato numero di giorni nel 2014 e nel 2018 e non possiamo andare oltre. Non possiamo avere una Coppa del Mondo di tre mesi».
Il passaggio a gironi formati da quattro squadre espanderebbe la competizione dalle 80 partite inizialmente previste a un possibile numero record di 104. Mentre il torneo dovrebbe svolgersi su un periodo più lungo, si ritiene che ridurre la fase di preparazione delle squadre significherebbe che i giocatori non dovrebbero essere a disposizione dei Ct per un periodo di tempo superiore alla norma.
La mossa è anche destinata a sollevare preoccupazioni ambientali dato che più squadre dovranno viaggiare e Montagliani ha affermato che la questione viene presa sul serio. «Il calendario delle partite è molto importante. Non puoi avere squadre che viaggiano da New York a Los Angeles. Ci sarà un gruppo che giocherà tra Boston, Filadelfia e New York. Un altro a Vancouver e Seattle e un altro a Los Angeles e San Francisco», ha concluso.