Allarme prato a San Siro. L’agronomo: «Non si può intervenire»

È suonato già da diverse settimane l’allarme San Siro. Niente a che fare con la struttura dell’impianto con quasi un secolo di vita, ma a preoccupare Inter e Milan è…

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San Siro (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

È suonato già da diverse settimane l’allarme San Siro. Niente a che fare con la struttura dell’impianto con quasi un secolo di vita, ma a preoccupare Inter e Milan è il prato. Un problema che sembra non aver soluzioni, nonostante la scelta di usare il cosiddetto “sintetico misto”, con la questione che si ripropone praticamente ogni anno fra gennaio e febbraio.

In certe parti del campo, che si allargano a vista d’occhio, l’erba ha lasciato il posto al terriccio, escono zolle con la conseguenza di far rimbalzare male il pallone e di attentare alle caviglie dei calciatori. Nell’ultima partita giocata, Inter-Udinese, l’allenatore dei nerazzurri Simone Inzaghi ha dichiarato: «Il campo ci disturba. Vorremmo sistemarlo ma non ci sono i tempi giusti».

Ed è proprio l’ultima frase ha mettere ancora più in difficoltà la società che gestisce l’impianto: non c’è tempo per metterlo a posto. Sono infatti troppe le partite in programma a San Siro fra campionato, Champions League e – nel caso dell’Inter – anche la semifinale di Coppa Italia contro la Juventus.

«Il freddo incide, e ovviamente le tante partite — spiega Giovanni Castelli, agronomo responsabile del terreno di San Siro dal 1991 —. Nella seconda settimana di gennaio in sette giorni ci sono state quattro gare, due finite ai supplementari. A queste condizioni non c’è erba che tenga. Non ha il tempo di rigenerarsi», ha dichiarato in un’intervista a Il Corriere della Sera.

Basta dare un occhio al calendario di partite che si sono susseguite per farsi un’idea. Dalla ripresa del campionato, il 4 gennaio con Inter-Napoli, San Siro ha ospitato 12 partite in 45 giorni tra Serie A, Coppa Italia e Champions, con il picco tra 8 e 14 gennaio: quattro gare tra campionato e Coppa. Inter-Porto di oggi sarà la partita numero 13 in un mese e mezzo.

Per far fronte all’alto sfruttamento del campo, nel 2013 si è deciso di innestare un 30% di fibre sintetiche cucite sull’erba naturale che ha di fatto migliorato la situazione rispetto agli anni ’90 e 2000. «Utilizziamo tutte le diavolerie tecniche disponibili — aggiunge Castelli —. Il terreno è riscaldato dal basso e tenuto a 16 gradi 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Poi ci sono le lampade fotosintetizzanti, carrelli che illuminano il campo a 600 kilowatt, per far crescere più velocemente l’erba».

«Ci sono piccole serre che mettiamo vicino alle porte e fertilizzanti per rafforzare il manto erboso». Uno sforzo che prevede un personale ordinario di sei persone, implementato nei due giorni prima di ogni partita.

Nonostante i problemi manifestati ultimamente, non è prevista una rizollatura, il prato ha retto: «È vero che nella parte centrale la densità è ridotta, ma è un fatto puramente estetico. I valori strumentali sono all’interno delle linee guida UEFA», assicura Castelli. Aiuterà l’arrivo del bel tempo, e soprattutto i giorni di riposo che ci saranno da marzo in avanti: «Da domenica senza le partite infrasettimanali potremo assecondare la crescita dell’erba. Poi sfrutteremo la pausa per le Nazionali per tirare il campo a lucido».

L’Inter sfida però oggi il Porto in Champions. Il prato di San Siro, dice l’agronomo, terrà: «Sarà a posto. Nessuno scivola, nessuno si fa male. Magari non sarà bellissimo, ma ci si potrà giocar bene».