I club della Premier League temono che l’introduzione di un organo indipendente nominato dal Governo possa scoraggiare gli investimenti futuri e indebolire la posizione della massima serie calcistica inglese nel calcio europeo. Lo scrive il quotidiano The Times, spiegando che il “White Paper” del Governo sulla creazione di un ente regolatore indipendente dovrebbe essere pubblicato giovedì.
Ma cos’è il “White Paper”? In sostanza si tratterà di avere a disposizione dei criteri che indichino se un soggetto sia o meno adatto ad avere il controllo di un club della Premier League o delle serie inferiori, se un potenziale proprietario abbia modo di garantire un futuro e una gestione sostenibile e solida alla società. Si tratterà, soprattutto, di avere un organo indipendente chiamato a esporsi su tali questioni. È anche probabile che l’organo abbia poteri che gli consentano di forzare un accordo sulla somma di denaro che la Premier League distribuisce ai club della English Football League (ente che organizza i tre campionati che si trovano sotto alla Premier), qualora non si riuscisse a raggiungere un accordo. È questo il problema che si oppone con più forza alla massima serie.
In un momento in cui il Manchester United è circondato da potenziali acquirenti dal Qatar e dagli Stati Uniti, nonché da uno degli uomini più ricchi della Gran Bretagna, Sir Jim Ratcliffe, la Premier League sembra poter crescere ancora dal punto di vista della forza finanziaria. Ma è probabile che l’ente calcistico risponda al White Paper con ulteriori pressioni volte a cercare di limitare la quantità di nuove normative finanziarie.
Una fonte interna a una società della Premier League ha dichiarato a The Times: «Mentre la Premier League ora accetta che venga nominato un ente regolatore, i club si opporranno alla regolamentazione finanziaria se pensano che questa limiti le opportunità future e forse dissuada gli investimenti dall’estero. Il timore è che un nuovo codice di corporate governance possa ridurre l’appeal della Premier League sia per gli attuali che per i potenziali nuovi proprietari».
Il presidente della English Football League, Rick Parry, sta spingendo per una divisione del 75-25%, con la Premier League che andrebbe a distribuire un quarto dei suoi ricavi annuali da diritti tv da 3,5 miliardi di sterline alle tre divisioni inferiori in base alla posizione in campionato. Parry sta insistendo anche sul fatto che un ente indipendente dovrebbe avere i poteri più forti possibili per imporre un accordo a livello finanziario.
Parry si aspetta che il regolatore si assuma la responsabilità del test per i proprietari e i direttori delle leghe e rilasci una licenza annuale a chi controlla i club: «Prevediamo che i proprietari saranno tenuti a presentare piani aziendali, certamente ogni anno, forse un anno o due in anticipo. E dovranno dimostrare di poter supportare quei piani aziendali con finanziamenti», ha detto.
«È abbastanza chiaro che ci sarà un sistema di licenze, a cui siamo completamente favorevoli e che consente alle autorità di regolamentazione di essere agili perché associano condizioni individuali a una licenza per club o, nel peggiore dei casi, possono negare la licenza. Ovviamente trattenere una licenza sarebbe l’ultima risorsa in quanto ciò significherebbe effettivamente che le squadre non potrebbero giocare, ma allegare condizioni a una licenza in termini di come i proprietari possono supportare il club è fattibile e può posizionarsi accanto al Fair Play Finanziario. Possono combaciare davvero bene», ha spiegato ancora.
La fonte interna a una società di Premier ha aggiunto invece che questa situazione «significa controllare il panorama per tutti i partecipanti, il che a sua volta significa entrare negli affari per i diritti televisivi. La preoccupazione è che le questioni burocratiche creino una curva discendente nel pensiero creativo, quando la Premier League si basa su un processo decisionale dinamico».