La Serie A si prepara ad attraversare un momento delicato, con vista sul bando per il prossimo ciclo dei diritti televisivi (dal 2024 al 2027), dopo che il Parlamento ha bocciato la possibilità di estendere da 3 a 5 anni la durata degli attuali accordi con DAZN e Sky. Sul tema pende anche la questione Juventus, la società con più tifosi in Italia, che attende il giudizio della giustizia sportiva sulla cosiddetta “manovra stipendi” che potrebbe penalizzare ulteriormente i bianconeri nel campionato in corso.
Del fatto che i problemi della Juventus possano danneggiare la trattativa per i prossimi diritti TV ha parlato l’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo: «Il mio disappunto deriva dal fatto che si sia voluti intervenire in costanza di campionato: questo può essere un elemento di alterazione – ha dichiarato in un’intervista pubblicata sull’edizione odierna de La Repubblica -. Per il resto, parliamo finora di ipotesi di reato e procedimenti aperti: l’auspicio è che questa sanzione per le plusvalenze possa esser riconsiderata perché asimmetrica sia a livello europeo, sia italiano».
Sulla Superlega e i nuovi format della Champions pensata dalla UEFA: «Sono molto preoccupato: la crescita delle “superleghe”, ossia Champions e Premier, espone i campionati nazionali a un grave pregiudizio perché rischiano di vedere comprimere la loro base di ricavi. Il super affollamento dei calendari prelude a una crescita di valore, ad esempio, della UEFA, che vuol passare da 3,5 a 5 miliardi di ricavi con la nuova Champions. Ed è evidente che in una fase stagnante del mercato, questo tende a premiare un numero circoscritto di squadre: più soldi a poche, meno alle squadre medie, creando un effetto distorsivo che si vede già in Francia e Germania, dove vince sempre la stessa».
Sul prossimo bando per i diritti TV della Serie A: «Ci aspetta il bando per i diritti televisivi più difficile di sempre. Il mercato è complesso, abbiamo registrato la progressiva disaffezione di Mediaset e la scelta di Sky, nell’ultimo triennio, di avere un ruolo più marginale. Ma ciò che preoccupa è che ci troviamo in un sistema in cui manca la certezza del diritto, data dall’esistenza della pirateria. Chi ci perde è sicuramente la Serie A: il danno è di circa 1 miliardo ogni tre anni, ma tutto il calcio, anche la Serie B e la Lega Pro, è finanziato con i soldi dei diritti televisivi. Abbiamo il triste primato di essere il Paese col tasso di pirateria più alto al mondo. E questo è avvenuto nel silenzio della politica e delle autorità».
Sull’atteggiamento delle società di telecomunicazione in merito: «C’è soprattutto un atteggiamento omissivo e credo anche un interesse. Le Telco hanno beneficiato di alti volumi di traffico, facilmente riconducibili agli orari delle partite. E non hanno fornito la collaborazione minima che ci saremmo aspettati da chi vive in un mercato che deve essere legale».
Sulla possibilità di vendere i diritti TV su 5 anni e non più su 3, il presidente della Lega Serie A ha le idee chiare: «Questa novità ci permette di affrontare il mercato con le stesse armi delle altre Leghe europee. E non avvantaggia DaZN o Sky che hanno i diritti. Anzi, fornisce a nuovi player interessati a entrare nel calcio italiano il tempo sufficiente per sviluppare il prodotto. Mancata proroga degli accordi in corso? Un tema superato dai fatti: non aveva costi per lo Stato e avrebbe fornito un’opzione in più, forse inutile, ma già usata anche in Inghilterra dalla Premier: poteva essere uno strumento negoziale».
Infine sui problemi del calcio italiano: «Hanno origini antiche. Il Covid poi ha creato perdite per 1,2 miliardi nell’indifferenza della politica: ha aiutato tutti ma non ha dato nulla al calcio. In più dobbiamo lamentare l’atteggiamento egoista dei calciatori: non hanno rinunciato praticamente a nulla per aiutare il settore che lautamente li paga. Oggi gli investimenti stranieri sono frenati. Chi compra una borsa in un negozio se in strada te la vendono identica a un quarto del prezzo?»
«Elemento essenziale – conclude De Siervo – per il nostro futuro è che questo governo riesca a inserire in uno dei prossimi strumenti legislativi una norma chiara contro la pirateria del calcio, che ha caratteristiche diverse da tutto il resto: ha bisogno di un intervento immediato, per far cadere il sito pirata entro 30 minuti. Senza questo intervento saremo sempre il calcio più piratato del mondo. Quindi più poveri. E la responsabilità non può che essere della politica. Vorrei invece ringraziare AgCom, che negli ultimi mesi ha finalmente assunto una delibera chiara e i parlamentari Elena Maccanti e Federico Mollicone che lavorano a un provvedimento quadro: si occuperà delle infinite sfaccettature della pirateria nel Paese, incluse le frodi online. Lo avremo entro un anno. Ma ora serve una norma immediata».