«Gli Stati Uniti? Punto d’arrivo, sin dal nostro primo giorno». Sono le parole di Andrea Carcano, imprenditore italiano che ha fondato Nozomi insieme Moreno Carullo. Perché «se ti occupi di cybersicurezza non puoi che guardare agli States». Scommessa vinta – spiega Il Sole 24 Ore – perché Nozomi (nata nel 2013) è diventata nel giro di pochi anni uno dei fiori all’occhiello della Silicon Valley in ambito cybersicurezza industriale.
L’ultimo appalto che la società è riuscita ad aggiudicarsi è quello del Super Bowl, l’evento sportivo più importante e seguito dell’anno negli Stati Uniti, andato in scena il 12 febbraio. A Nozomi l’onore e l’onere di salvaguardare l’evento da intrusioni hacker, in collaborazione con la Difesa americana. La società è stata concepita a Varese ed è nata a Mendrisio, per poi sbarcare negli Stati Uniti nel 2017, dopo un round importante di finanziamenti da parte di Planven, un venture capital svizzero.
Le radici italiani restano forti, e l’ufficio di Milano un punto fermo. Come punti fermi sono diversi clienti del nostro Paese, a partire da Enel. «Abbiamo tecnici bravissimi in Italia. E posso dire che di fatto la nostra tecnologia la sviluppiamo in Europa, non qui negli Stati Uniti. Però la Silicon Valley è il posto ideale per chi si occupa di cybersicurezza. È un po’ come un giocatore di basket che gioca in Europa, ma per ambire al top cerca di arrivare in NBA. È l’ecosistema, qui a San Francisco, a fare la differenza», ha raccontato Carcano.
Un altro aspetto chiave è l’accesso ai capitali: «Al di là di Planven, per noi era molto più facile trovare investitori disposti a investire in Nozomi basata negli Stati Uniti, rispetto alla stessa società ma basata in Europa». La fortuna è arrivata da prodotti che si nutrono di intelligenza artificiale, vero trend di questo 2023.
Come raccontato da Carcano, «l’idea è quella di sfruttare l’AI per capire il funzionamento di un’infrastruttura fisica. Noi installiamo la nostra tecnologia e lei impara quello che può essere il funzionamento di una centrale elettrica, o di un oleodotto in mezzo al deserto. Così costruiamo un profilo di sicurezza cucito sulle esigenze di quell’impianto specifico. Cosa che un essere umano non riuscirebbe a fare, se non in molti anni. Con le nostre tecnologie, basate su reti neurali, riusciamo a farlo in pochissimo tempo».