Diritti tv, pressing per allungare i contratti. Cosa dicono Sky-DAZN?

Sta tenendo banco in questi giorni il tema diritti tv in seno alla Lega Serie A. Da un lato i rappresentanti dei club e l’organismo calcistico stanno continuando a lavorare…

Serie A decisione diritti tv
(Foto: Andrea Staccioli / Insidefoto)

Sta tenendo banco in questi giorni il tema diritti tv in seno alla Lega Serie A. Da un lato i rappresentanti dei club e l’organismo calcistico stanno continuando a lavorare per arrivare alla presentazione ufficiale del bando che assegnerà i diritti per il ciclo 2024-2027 (o in alternativa per un quinquennio, dopo il via libera alle modifiche della Legge Melandri con l’allungamento dell’arco temporale).

Dall’altro lato la battaglia si è spostata sul fronte politico, dove il senatore di Forza Italia e patron della Lazio Claudio Lotito ha presentato un emendamento al decreto Milleproroghe per ottenere il via libera all’allungamento – alle stesse condizioni – degli attuali contratti relativi ai diritti tv della Serie A con Sky e DAZN.

L’emendamento Lotito e il pressing della Serie A

Un emendamento bocciato dal Quirinale nello spazio di 48 ore, con una telefonata che recitava più o meno così: «Per ragioni di merito e di metodo, sarebbe meglio rivedere quell’emendamento sul calcio…». In teoria la norma non si potrebbe più togliere dal decreto Milleproroghe, ma l’esecutivo cercherà il modo di recepire la moral suasion e quindi il Parlamento cercherà il modo di anestetizzare gli effetti o proporrà un emendamento soppressivo per stralciare la norma.

Uno stop del quale il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini si è detto sorpreso, «perché è una misura che tutta l’assemblea oggi ha ricordato che non ha oneri per la finanza pubblica. E’ molto utile per quello che sarà il nuovo bando per i diritti tv, quindi siamo sorpresi di questo cambio di direzione perché l’emendamento era della maggioranza».

Del resto, la stessa Lega Serie A aveva diramato una nota ufficiale spiegando che «l’assemblea dei club ha sottolineato che l’ipotesi di proroga di massimo due anni dei contratti in essere con DAZN e Sky per i diritti audiovisivi 2021/2024, rappresenta un’opzione molto utile che, in modo non automatico e non vincolante, è strategicamente funzionale allo sforzo che la Lega, con tutte le sue Associate, sta portando avanti per garantire la migliore e più efficiente valorizzazione della Serie A per gli anni avvenire».

Prolungare i contratti sui diritti tv: la posizione di Sky e DAZN

Insomma, il fronte a livello di club appare compatto sul tema, ma cosa ne pensano DAZN e Sky di questa possibilità? Ufficialmente i due broadcaster non hanno preso posizione sul tema e rimangono spettatori, in attesa di capire come si evolverà la situazione e soprattutto di mettere le mani sul nuovo bando. Il tutto in un clima che lascia presupporre che sarà difficile rispettare la tabella di marcia dell’AD della Lega Serie A Luigi De Siervo, che puntava all’assegnazione dei nuovi diritti entro la fine della stagione in corso.

Attualmente, DAZN e Sky versano complessivamente 927,5 milioni di euro a stagione fino al 2023/24. La quota maggiore proviene da DAZN, che versa 840 milioni di euro (per la prima stagione TIM ha contribuito con circa 340 milioni, salvo poi eliminare l’esclusiva per TimVision nel 2022/23 e ridurre la propria quota, anche se non sono state comunicate cifre ufficiali), mentre Sky ha messo sul piatto una media di 87,5 milioni di euro per le tre partite a giornata in co-esclusiva.

Cifre che allo stato attuale appaiono difficili da replicare, innanzitutto perché la nuova Champions a 36 squadre – per la quale la UEFA vuole incassare almeno 300 milioni a stagione dal mercato italiano – rischia di sottrarre risorse alle emittenti. In secondo luogo, perché tra vicende extra campo (come quelle che riguardano la Juventus) e le difficoltà nel rinnovare le strutture (a cominciare dagli stadi) il prodotto Serie A non sembra destinato a vedere crescere esponenzialmente il proprio appeal a stretto giro.

A questo si aggiunge il fatto che se è vero alcuni nomi di player potenzialmente interessati al prodotto sono stati fatti (da Apple a Paramount, passando per Amazon), va sottolineato allo stesso tempo che non sembrano esserci emittenti disposte a investire quasi un miliardo se non oltre. Insomma, nessuno ad ora sembrerebbe essere disposto a versare più soldi per quello che la Serie A ha da offrire. E qui la domanda sorge spontanea: per quale motivo DAZN (principalmente) e Sky dovrebbero mettere sul piatto oltre 900 milioni di euro per un prodotto che potrebbe costargli meno con il nuovo bando?

E chi garantisce che Sky – per esempio – non voglia cercare di riconquistare il suo precedente ruolo di player principale nella trasmissione del massimo campionato italiano?  Per quanto Casini abbia spiegato che non si tratta di «una norma a favore di qualcuno, ma a favore di migliori procedure e negoziazioni», è evidente che un’apertura da parte di Sky e soprattutto da parte di DAZN sia necessaria per poter impostare un ragionamento che vada in quella direzione.

I nodi tra condizioni del mercato e richieste dell’Antitrust

Quella della Lega Serie A assume i contorni di un tentativo “disperato” di guadagnare tempo, prolungando i contratti attuali in un momento in cui le condizioni non sono sicuramente quelle favorevoli per vendere il prodotto di punta del calcio italiano. O quanto meno di mettere gli attuali broadcaster di fronte a una sorta di responsabilità. D’altra parte, però, non sembrano nemmeno esserci le condizioni affinché il prolungamento dell’accordo possa risultare conveniente per Sky e DAZN, a meno che sotto traccia un grosso player non stia davvero preparando l’assalto alla Serie A con un’offerta tale da rendere conveniente il prolungamento degli accordi in essere.

Il tutto considerando che l’Antitrust ha chiesto una distribuzione maggiore del prodotto calcio e prezzi mediamente più bassi per gli utenti. Una situazione che costringerebbe a trovare più partner diversi disposti a investire magari meno soldi, ma rinunciando all’esclusiva. In questo senso, la pubblicazione del nuovo bando e le prime trattative con le tv o le piattaforme OTT potranno fare maggiore luce sulla strada giusta da intraprendere.