Lotito: «Flaminio inadeguato. Lascerò la Lazio a mio figlio»

“Sarri maestro di calcio”, e poi la Lazio “made in Italy”. Claudio Lotito ne parla a poche ore dalla sfida alla Juve in Coppa Italia. “Fare risultati è difficile, a…

Lotito stadio Bayern
(Foto: Marco Rosi - SS Lazio/Getty Images)

“Sarri maestro di calcio”, e poi la Lazio “made in Italy”. Claudio Lotito ne parla a poche ore dalla sfida alla Juve in Coppa Italia. “Fare risultati è difficile, a prescindere dalle possibilità economiche”, dice il presidente della Lazio, a RadioSei. “Il calcio è un gioco di squadra:
bisogna creare un’alchimia, per far scendere in campo giocatori con forti motivazioni. Abbiamo perso punti con squadre più deboli, serve creare un ambiente dove tutti lavorino all’unisono”.

La Lazio ha tanti italiani in rosa, e di questo Lotito va molto fiero: “Stiamo cercando di allestire una squadra all’insegna del made in Italy. Rivendichiamo il ruolo dell’Italia all’estero, peccato aver saltato il Mondiale…”. Il presidente applaude Maurizio Sarri, definito “un maestro di calcio”. Lui come investimenti ci ha messo del suo. “Ho fatto uno sforzo notevole e preso 15 giocatori in un anno solare: pochi club hanno avuto la capacità di cambiare tanto. La rosa è competitiva e può raggiungere determinati obiettivi”.

Si parla poi di rateizzazione fiscale per le società sportive, riguardo alla quale Lotito (da senatore) ha ideato una norma “di buon senso”. “Non volevo aiutare nessuno. Tutte le categorie avevano avuto dei ristori, penso al cinema, mentre lo sport nessuno. Qualcuno voleva tornare indietro rispetto agli impegno assunti, sarebbe stato un cataclisma. Alcuni rappresentanti dello sport remano contro e questo mi addolora”. Naturale che il discorso si sposti poi sullo stadio Flaminio e sul suo destino.

“Io non sono abituato a vendere cose che non posso realizzare”, puntualizza Lotito. Oggi il Flaminio ha 16.000 spettatori in base alle norme di sicurezza. “Per noi è inadeguato, ci serve minimo da 45.000 spettatori. Questo è il primo problema, poi c’è la copertura. Terza cosa, i parcheggi e la viabilità in generale. Il problema sono le autorizzazioni e qui ci scontriamo con posizioni non in linea con le nostre aspettative. Se so in partenza che un progetto verrà bocciato, che lo presento a fare?”.

Il piano B sarebbe costruire lo stadio da un’altra parte, ma sorgono altri problemi: “Il Comune non è disponibile, siamo prigionieri di questa situazione. Potevamo avere uno stadio avveniristico da tanti anni, ma Veltroni rifiutò parlando di speculazione. L’ho ringraziato però, perché avrei snaturato la proprietà sulla Tiberina, che adesso ha un valore affettivo e non un interesse materiale. Per Tor di Valle invece alcuni ostacoli furono superati”. La Lazio comunque è in buone mani per gli anni che verranno, lo garantisce Lotito: “Ho detto a tutti tramanderò il club a mio figlio Enrico. Ha grande entusiasmo e avrà in futuro una totale autonomia di scelta”.