Marotta: «La Juve è il passato. Futuro? In politica da tecnico»

In una lunga intervista Il Corriere della Sera, Beppe Marotta, attuale amministratore delegato dell’Inter, ripercorre la sua lunga carriera nel mondo del calcio: dall’infanzia passata a lucidare le scarpe dei…

Marotta futuro politica

In una lunga intervista Il Corriere della Sera, Beppe Marotta, attuale amministratore delegato dell’Inter, ripercorre la sua lunga carriera nel mondo del calcio: dall’infanzia passata a lucidare le scarpe dei giocatori del Varese (per cui ha fatto il raccattapalle nella vittoria per 5-0 del 1968) a giocare nella squadra del liceo con Roberto Maroni, Attilio Fontana e Beppe Bonomi, fino a diventare a 19 anni responsabile del settore giovanile. In mezzo un’altra passione: scrivere su Il Giornale, quotidiano locale a quei tempi, il commento delle partite di Serie A.

«Il mio primo acquisto da dirigente – ricorda Marotta – fu Michelangelo Rampulla dalla Pattese, prima di passare nel 1987 al Monza, dandomi il cambio con Galliani che passa al Milan. Quell’anno con Piero Frosio in panchina vinciamo il campionato di Serie C».

Poi tappa a Venezia con la promozione in Serie A grazie alle magie del “Chino” Recoba: «È stata una delle poche volte in cui le qualità del singolo hanno smentito l’assioma di Michael Jordan secondo cui con il talento si vincono le gare, ma con il lavoro di squadra si conquistano i campionati». Ed ecco la Sampdoria, presa in Serie B e portata ai preliminari di Champions League in otto anni: «Certamente Cassano è il calciatore che mi ha fatto divertire di più con le sue prodezze in campo. Non dimentico però certamente gente come Del Piero, Buffon e Cristiano Ronaldo. Mentre Vidal era sicuramente il più indisciplinato, un uomo dalla doppia vita».

Dalla Samp, Marotta passa alla Juventus: «Per un dirigente che arriva dalla provincia, le grandi squadre, come la Juventus prima e l’Inter ora, rappresentano la realizzazione del sogno di bambino», ha raccontato il dirigente parlando delle sue esperienze più recenti.

Sulla questione plusvalenze con Paratici nell’occhio del ciclone, caso scoppiato dopo l’addio di Marotta ai bianconeri: «I miei anni in bianconero fanno parte del passato e non posso che avere ricordi positivi. Non entro nel merito del lavoro altrui, penso al mio presente nerazzurro». E a proposito di un eventuale ritorno alla Juve, spiega: «Sono contento del percorso fatto. All’Inter mi trovo bene e sono concentrato per contribuire a nuovi successi».

Su quale trofeo lo renda più orgoglioso, Marotta non ha dubbi: «Il campionato di B vinto con la Sampdoria, il primo scudetto con la Juventus e il recente con l’Inter». In chiusura, una battuta su un possibile ingresso in politica nel prossimo futuro: «Me lo hanno chiesto. E siccome nella vita bisogna sempre avere un sogno nel cassetto il mio è quello di accedervi da tecnico, senza tessera di partito, per offrire il mio apporto in termini di competenza ed esperienza».