Tasse non pagate: la Procura FIGC apre inchiesta sul Genoa

Da una segnalazione della Covisoc, in merito al mancato pagamento da parte del Genoa delle ritenute IRPEF di settembre e ottobre 2022 entro il termine previsto del 16 dicembre, si…

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(Photo by Getty Images)

Da una segnalazione della Covisoc, in merito al mancato pagamento da parte del Genoa delle ritenute IRPEF di settembre e ottobre 2022 entro il termine previsto del 16 dicembre, si è aperta un’indagine da parte della Procura FIGC. Come riporta Tuttosport, il mancato versamento delle imposte, come previsto dall’articolo 33 del Codice di Giustizia Sportiva, porta a una penalizzazione nel campionato in corso di 2 punti. Ma la situazione non è così semplice come si potrebbe pensare.

Infatti, il Genoa non ha provveduto al saldo delle ritenute Irpef dal momento in cui ritiene di non avere alcun obbligo, visto che i debiti fiscali erano stati nel frattempo trasferiti al di fuori della società e sono ora oggetto di una transizione avviata con l’Agenzia delle Entrate. La società rossoblù aveva, a suo tempo, deciso di trasferire alla società controllata Genoa Image Srl Store Museum & Marketing (che si occupa della gestione del marchio rossoblù) le tasse e i contributi non versati dalla controllante Genoa C. & F.C. Spa.

Tutto questo rientra nel piano di ristrutturazione del debito voluto dal fondo proprietario 777 Partners con la Genoa Image che presentava le proposte di transazione fiscale e previdenziale al Fisco e all’INPS che comprendono anche i 2,27 milioni di euro dell’IRPEF che vengono contestati ora al club ligure dalla Covisoc.

Nei primi giorni dell’anno nuovo c’è stato un fitto scambio di PEC fra il Genoa e la Commisione di Vigilanza con il club che ha inviato la documentazione che attestava una proposta di transazione previdenziale depositata il 22 dicembre e quella che attestava che «Genoa Image deve provvedere alla transazione di tale debito con gli enti competenti», fra cui rientrano appunto le varie imposte, fra cui l’IRPEF contestata.

Ma secondo la Covisoc, visto che le proposte di transizione presentate allo Stato sono successive al termine previsto per il pagamento delle imposte (16 dicembre) e per non incappare in sanzioni, la spiegazione fornita dalla società non regge.

Dai documenti inviati, si apprende come il Genoa abbia circa 98 milioni di euro di debiti fiscali e quasi 8 milioni di debiti previdenziali, così il club ha proposto di versare allo Stato il 51% dei debiti tributari comprese sanzioni e interessi, pari a circa 48 milioni di euro, e l’89% dell’ammontare complessivo dovuto all’INPS spiegando che la proposta è «più conveniente rispetto a qualsiasi alternativa concretamente praticabile», ipotizzando che in caso di fallimento e “liquidazione giudiziale” del Genoa nessun debito verrebbe pagato.

Nei bilanci presentati ad Agenzia delle Entrate e all’INPS, si vede come il Genoa presenti degli squilibri economici e finanziari. Il costo degli stipendi supera l’ammontare dei ricavi e al 30 settembre è stata stimata una perdita di 44 milioni di euro nell’esercizio in corso. La proprietà ha previsto, nel suo business plan, di rilanciare la società grazie alla promozione in Serie A e al raggiungimento dei posti in classifica che danno l’accesso alle competizioni europee.

Tutto questo sarebbe possibile grazie a una riorganizzazione societaria e alla collaborazione con le altre società controllate da 777 Parteners (Herta Berlino, Standard Liegi, Vasco da Gama e delle quote in Siviglia e Melbourne Victory). Secondo queste stime il Genoa ridurrebbe le perdite a 7 milioni di euro nell’esercizio 2037/38 e azzererebbe i debiti. Ma tutto questo non è bastato alla Covisoc che ha girato tutto alla Procura federale, la quale ora è chiamata a un’indagine sui conti del Grifone.