La Roma ha depositato ieri il suo peggior bilancio economico della storia: un rosso da 219 milioni con ricavi che arrivano a 200. Ci ha pensato l’azionista di maggioranza, la famiglia Friedkin a ripianare, ma è il direttore sportivo Tiago Pinto a “metterci la faccia” con una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport.
Il dirigente portoghese, dopo due anni nella Capitale, fa un riassunto del recente passato del club giallorosso, specialmente da quando è entrata la nuova proprietà che lo ha scelto, e pone le basi per i prossimi passi nell’area sportiva del club.
«Mi piace parlare con i fatti più che con le parole – esordisce Pinto -, ma dopo due anni di lavoro credo sia giusto ricordare alcune cose fatte, forse passate un po’ inosservate. E chiarire meglio i piani presenti e futuri di un club ambizioso che vuole continuare a crescere, ma rispettando le regole del Fair Play Finanziario e della sostenibilità economica. Non bisogna dimenticare il lavoro incredibile fatto dai Friedkin in poco più di due anni, in quale situazione economica hanno preso la Roma, quanto finora hanno investito, chi hanno portato qui e cosa hanno ottenuto. A partire dalla vittoria di una Coppa Internazionale che alla Roma mancava dal 1961 e all’Italia da 12 anni. Anche se da dirigente, oltre alla coppa in bacheca vado orgoglioso di altri aspetti».
Pinto parte dal principio, quel gennaio 2021 che lo ha visto sbarcare nel pianeta giallorosso: «Siamo tornati a vincere, ma lo abbiamo fatto riducendo i costi del monte ingaggi di 25 milioni di euro, sfoltendo la rosa di quei giocatori non più ritenuti funzionali senza dare loro incentivi onerosi per le casse del club come fatto in passato. In più abbiamo continuato a rinforzare la rosa anche con i nostri giovani, grazie a un lavoro molto profondo portato avanti a Trigoria».
Più nel dettaglio: «I Friedkin hanno speso circa 150 milioni di euro sul mercato, portando 14 nuovi giocatori nell’ultimo anno e mezzo. L’anno scorso la Roma è stata la società italiana ad aver speso di più con circa 90 milioni, di cui 40 per Abraham. Quest’estate sono arrivati calciatori importanti come Dybala, Wijanldum, Matic e Belotti. Senza dimenticare l’approdo di José Mourinho in panchina».
Senza dimenticare il Fair Play Finanziario: «I paletti del Settlement Agreement sottoscritto con la UEFA ci hanno costretto a cambiare strategia, quindi ci siamo rivolti anche al mercato dei parametri zero. Aver portato campioni senza esborso per i cartellini e senza aumentare il monte ingaggi deve essere un motivo di orgoglio non di critica. Poi è difficile fare mercato dentro i paletti del FFP con cui dovremo fare i conti nei prossimi quattro anni. All’interno del settlement agreement, uno dei parametri da rispettare è il transfer balance: in pratica in tutte le sessioni di mercato i costi dei calciatori della lista A, quelli che sono iscritti in UEFA, non possono essere superiori ai costi della lista A della stagione precedente. Per costi si intendono il contratto del calciatore, il 100% dei bonus, il trasferimento, la commissione, l’ammortamento. Abbiamo bisogno di soldi per poter operare sul mercato. Col prestito risparmi l’ingaggio ma non basta per prevedere entrare. Sarà così anche a gennaio. Chi parte lo farà in via definitiva».
Sull’importanza di avere un allenatore come Mourinho: «Io lo ringrazio perché molti giocatori hanno visto in lui un motivo importante per scegliere la Roma. Il suo appoggio e la sua popolarità sono stati fondamentali. Siamo tutti consapevoli che con il tecnico che abbiamo, la rosa che abbiamo e le strutture a disposizione, dobbiamo fare molto meglio nella seconda parte della stagione».
Sulle voci che danno Mourinho prossimo Ct del Portogallo: «Quando prendi un allenatore come Mourinho devi essere preparato alle voci. In questi diciotto mesi non è stata la prima volta che un altro club o una Federazione si siano interessati a lui. Sono portoghese, ogni volta che il Portogallo cambia Ct si parla di Mourinho. Ma noi contiamo di andare avanti insieme a lui».
Sul suo contratto, invece, in scadenza nel 2024: «Il mio contratto non è un tema. L’ultima cosa di cui dobbiamo preoccuparci nell’area sportiva è il contratto del direttore».
Sul proseguo della stagione e sull’obiettivo di tornare in Champions League: «Sappiamo che la concorrenza è grande, ma non ci manca nulla per competere fino alla fine per questo traguardo. Sapendo che spesso tutto si decide per uno o due punti in più o in meno».
Sul caso Karsdrop: «Dopo la partita col Sassuolo e le parole di Mourinho, il giocatore a livello disciplinare ha commesso una grave scorrettezza non presentandosi all’allenamento e rifiutando di partecipare alla tournée in Giappone. Abbiamo evitato altre polemiche cercando di lavorare internamente e con l’entourage del giocatore. Ricky è tornato, si è allenato e ha giocato. Purtroppo in questa settimana qualcuno ha voluto fare il fenomeno, bruciando un po’ il lavoro che era stato fatto. Lo stesso è accaduto con la Fifpro, un’istituzione che ha steso un comunicato senza aver mai parlato una volta con la Roma. Karsdorp non è mai stato fuori rosa, nonostante non si sia presentato due volte. È sul mercato, ma non andrà mai via a zero. Se partirà, dovremo trovare un modo per mantenere la squadra equilibrata, non necessariamente acquistando un terzino. Con Celik, Zalewski, Vina, Spinazzola, El Shaarawy, le fasce sono comunque coperte».
Sul rinnovo di Zaniolo e Smalling: «Per Zaniolo non c’è fretta, come ha detto anche il suo agente Vigorelli: ora pensiamo solo a giocare. Abbiamo un buon dialogo con Nicolò e il suo entourage. Non mancheranno i momenti per confrontarci. Alla fine non credo ci saranno problemi. Per quanto riguarda Smalling vogliamo tenerlo, lui deve darci una risposta. Ha una clausola per liberarsi. Lo abbiamo pagato 15 milioni più commissioni, e percepisce un ingaggio di 4 milioni. La Roma ha investito tanto su di lui, aspettandolo con pazienza durante gli infortuni. Sa che teniamo a lui».
La situazione legata a Frattesi, invece, è da considerarsi chiusa per ammissione di Pinto: «Rientra nei discorsi del Fair Play Finanziario, con tutti i paletti che ho spiegato la risposta è scontata. Non vedo nessuna possibilità ora. Anche perché a gennaio torna Gini e abbiamo già Cristante, Matic, Bove, Tahirovic, Camara»
Sul nuovo arrivo Solbakken: «È un calciatore che ha fatto benissimo sia nella passata Conference League sia in questa Europa League. Ha 24 anni, gioca nella nazionale norvegese, lo abbiamo seguito tanto e dovuto superare una forte concorrenza per prenderlo».