Scandalo corruzione: gli "aiuti" del Parlamento europeo al Qatar

Tiene banco lo scandalo corruzione che coinvolge il Qatar e il Parlamento europeo. Un’inchiesta sul pagamento di ingenti somme di denaro da parte dello Stato del Golfo a persone con…

Ue rischio riciclaggio calcio
La sede del Parlamento europeo (Image credit: Depositphotos)

Tiene banco lo scandalo corruzione che coinvolge il Qatar e il Parlamento europeo. Un’inchiesta sul pagamento di ingenti somme di denaro da parte dello Stato del Golfo a persone con una determinata posizione politica e strategica all’interno dell’istituzione dell’Unione europea.

Lo scandalo ha portato per il momento all’arresto della vicepresidente del Parlamento europeo, ora sospesa, Eva Kaili, dell’ex eurodeputato del PD e di Articolo 1 Antonio Panzeri, dell’assistente parlamentare Francesco Giorgi, compagno della Kaili, e di Niccolò Figà-Talamanca della ONG “No peace Without Justice”.

L’indagine sembra destinata a estendersi ancora, mentre nel frattempo – come riporta il Corriere della Sera – emergono dettagli che fanno guardare con occhi diversi alla risoluzione del 24 novembre scorso sulla «Situazione dei diritti umani nel contesto della Coppa del Mondo FIFA in Qatar», nella quale gli eurodeputati deplorano la morte di migliaia di lavoratori migranti principalmente nel settore delle costruzioni e chiedono alla FIFA e al Qatar di risarcirne le famiglie. Inoltre, salutano «con favore la cooperazione e il dialogo dell’Ue con il Qatar».

Andando indietro con la memoria e con la conoscenza degli ultimi avvenimenti, Manon Aubry, capogruppo della Sinistra/Gue, ha ricordato di avere cercato per mesi di portare in Aula una risoluzione sul Qatar, trovando l’opposizione soprattutto del gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici, di cui faceva parte la stessa Kaili prima di essere espulsa.

In un tweet di ieri, la Aubry chiedeva che alla luce di quanto emerso «questa risoluzione venga nuovamente votata». È un testo non legislativo, indica la posizione politica del Parlamento Ue ed è stata adottata per alzata di mano, pertanto non c’è l’elenco nominale della votazione sul testo finale.

La maggior parte degli eurodeputati, si evince dai verbali dei vari consigli, critica con più o meno intensità il Qatar, la «Coppa del mondo della vergogna», i diritti negati, le migliaia di lavoratori morti. C’è chi riconosce i diritti violati ma anche «alcuni progressi positivi in materia di liberalizzazione e riforme del lavoro» come l’ex calciatore polacco Frankowski del PPE. Per la commissaria UE alla Salute, Kyriakides «è importante notare che l’organizzazione della Coppa del Mondo e il fatto che abbia reso più evidenti le carenze esistenti hanno di fatto accelerato la riforma del lavoro in Qatar», ma «ci sono anche preoccupazioni per i diritti delle persone Lgbtiq».

Sono però le parole della vicepresidente socialista Eva Kaili a stupire: «Oggi i Mondiali di calcio in Qatar sono la prova di come la diplomazia sportiva possa realizzare una trasformazione storica di un Paese con riforme che hanno ispirato il mondo arabo. Il Qatar si è impegnato in una visione per scelta e si è aperto al mondo. Eppure, alcuni qui chiedono di discriminarli. Possiamo aiutarci l’un l’altro a superare le nostre carenze».

Sulla stessa linea di pensiero il socialista Marc Tarabella, la cui abitazione è stata perquisita dagli inquirenti, il quale ha sostenuto che «il Paese ha intrapreso il cammino delle riforme» e «il discorso unilateralmente negativo mi sembra dannoso per l’evoluzione dei diritti in Qatar». Un po’ più critica la socialista Marie Arena, che ha visto chiudere gli uffici di una assistente dalle forze dell’ordine: «Ci sono state violazioni, morti e sono necessari risarcimenti. Dobbiamo collaborare con il Qatar per garantire questo risarcimento».

Inevitabile l’attenzione sulla delegazione italiana e su alcuni componenti, come Andrea Cozzolino, il cui assistente è Francesco Giorgi (arrestato), e Alessandra Moretti che ha come assistente un’ex assistente di Panzeri. Cozzolino ha votato la risoluzione. Moretti ieri ha ribadito di avere sempre votato in linea con il proprio gruppo S&D, in qualche caso discostandosene per sostenere emendamenti più duri presentati dalla Sinistra/Gue.

Così ha fatto anche il Pd. La linea, come sempre l’ha data il capodelegazione Brando Benifei, che però quel giorno era in Italia. Il Pd ha supportato almeno sei emendamenti presentati dalla Sinistra/Gue.