Casini: «Troppo vicino a Lotito? No, equidistante da tutti»

“Che rapporto ho con il presidente Lotito? Un ottimo rapporto come con tutti i presidenti. Mi accusano di essere troppo vicino a Lotito? Sono vicino a tutti, il presidente di…

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Claudio Lotito e Lorenzo Casini (Photo by Marco Rosi - SS Lazio/Getty Images)

“Che rapporto ho con il presidente Lotito? Un ottimo rapporto come con tutti i presidenti. Mi accusano di essere troppo vicino a Lotito? Sono vicino a tutti, il presidente di Lega deve essere equidistante quindi non c’è problema su questo”. Lo ha detto il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini, intervistato durante la trasmissione Casa Italia su Rai Italia (il canale per gli italiani nel mondo della Rai).

“La crisi è ciclica per il calcio italiano, si passa da vittorie a sconfitte in un nulla. Se parliamo di Serie A, i risultati nelle coppe ci dicono che adesso la fase negativa dura da un po’, l’ultima vittoria in Champions è del 2010 dell’Inter”, ha proseguito Casini.

“Sulla vicenda rateizzazione, stiamo assistendo al classico uso di un argomento fantoccio contro il calcio. La vicenda nasce un anno fa quando lo Stato, dopo che il sistema dei ristori e dei contributi messo in campo per la maggior parte dei lavoratori non aveva funzionato per il calcio. Quale è stato il danno principale della pandemia per lo sport? La mancanza di liquidità, che è stato uno dei danni più immediati, tra impianti chiusi e difficoltà degli sponsor”.

“Lo Stato ha sospeso il pagamento delle tasse per quattro mesi. Arrivati alla scadenza si è reso conto che non bastava e ha continuato a sospenderli altri due volte arrivando a 11 mesi di sospensione perché non c’era liquidità. La richiesta ora è di tutto lo sport italiano: se non abbiamo liquidità noi ora paghiamo tutto ma fatecelo pagare a rate, perché dobbiamo pagare tutto insieme? Allora era meglio non sospenderli. La questione dei debiti riguarda tutto lo sport. I problemi che il calcio italiano ha e ha avuto, perché non dimentichiamoci di quello che è successo ad esempio nel 1982 prima dei Mondiali, il calcio italiano è attraversato da questo, rappresenta i migliori pregi e tutte le peggiori virtù del Paese. Sono tutte nel calcio.

“Riforme? Gli elementi sono molti, è un percorso durato diversi mesi. È iniziato subito dopo la mancata qualificazione dell’Italia ai Mondiali. Come Lega abbiamo sentito il dovere di esaminare lo stato dell’arte e proporre delle riforme, che attraversano tutti gli ambiti, dal settore sportivo come migliorare il Var e tempi di gioco, ma anche le seconde squadre. Fuorigioco semiautomatico? Siamo pronti dal 4 gennaio, questo è quello che puntiamo a fare. Al centro c’è la valorizzazione dei giovani, delle youth finals in una sola settimana dalla Primavera fino ai settori giovanili, un evento unico per gare oggi separate”.

“Come aiutare gli azzurri a tornare al Mondiale? È dentro il pacchetto riforme, la valorizzazione dei giovani, la disponibilità dei club per gli stage, ma in generale un maggior impiego dei giovani attraverso le seconde squadre, l’esperienza Juventus è stata molto positiva. Stadi? Il calcio non è un mondo a parte rispetto al Paese nella realizzazione delle infrastrutture. Se parliamo di strutture pubbliche, tutti i rapporti mostrano le lungaggine burocratiche nei lavori. Per gli stadi in particolare, ora noi puntiamo come Lega ad aiutare amministrazione e squadre con un laboratorio che entro fine gennaio raccoglierà tutti i nodi legati agli aspetti burocratiche. Un lavoro mai fatto a livello di sistema. Non è neanche un problema di fondi realizzare lo stadio, ma le lungaggini allontanano gli investitori”.

“La consapevolezza che è giunto momento di agire e introdurre cambiamenti. Siamo nel contesto del calcio e le rivalità emergono sempre, ma la consapevolezza di essere in un momento di svolta è presente in tutti. Qualsiasi riforma non può che essere portata avanti con tutte le componenti. Dopo diversi mesi mi rendo conto che la Lega piace e interessa a tutti, quindi la cosa più importante è che tutti si concentrino sulla propria componente così si lavora bene. Se invece tutti si interessano di quanto fanno gli altri diventa difficile.

“Importanza Rebecca Corsi consiglio Lega? È l’unica dirigente ad di squadra di Serie A, in altri Paesi doveva essere di diritto. È stata importante elezione, erano più di 10 anni che non c’era donna nel Consiglio di Lega, importanza di andare verso cambiamento di riequilibrio sotto ogni profilo compreso quello di genere”, ha concluso.