Crollo dell’audience, Tg1 contro la Rai per i Mondiali in Qatar

Il Tg1 all’attacco dei Mondiali in Qatar. Curioso lo scontro che vede contrapposti l’edizione serale del telegiornale di Rai 1 e le partite valide per la rassegna iridata. Nel mezzo,…

Tg1 attacca Mondiali Qatar
(Foto: Laurence Griffiths/Getty Images)

Il Tg1 all’attacco dei Mondiali in Qatar. Curioso lo scontro che vede contrapposti l’edizione serale del telegiornale di Rai 1 e le partite valide per la rassegna iridata. Nel mezzo, il comitato di redazione del Tg1, che secondo quanto riporta La Verità è in agitazione perché il telegiornale della sera viene anticipato di 40 minuti fino a metà dicembre, una mossa che sta facendo crollare gli ascolti.

In un comunicato, il Cdr spiega che «la scelta unilaterale dell’azienda di stravolgere il palinsesto di Rai 1 si è già dimostrata un vero e proprio autogol che finisce per favorire l’informazione della concorrenza». Il riferimento è al numero di spettatori che l’edizione serale del Tg ha perso a causa del cambio di orario.

Il sindacato imputa ai Mondiali gli scricchiolii dell’audience e rincara la dose: «Tale decisione ai danni della nostra testata è stata presa ancora una volta senza prima consultare la redazione del Tg1. Una scelta che incide anche sulle abitudini quotidiane dei telespettatori anche per il futuro, con il rischio che quegli ascolti non si recuperino».

Per fare un esempio, nella serata di ieri il Tg1 ha fatto registrare poco più di 3,3 milioni di telespettatori, un calo di oltre 1,5 milioni rispetto alla stessa edizione (all’orario usuale, le 20) di una settimana prima. Allo stesso tempo, il Tg5 ha guadagnato oltre 300mila spettatori e il Tg La7 quasi 40mila.

D’altra parte, la Rai sta cercando di spingere sull’evento in corso di svolgimento in Qatar. Il Mondiale (senza l’Italia tra le partecipanti) è costato 174 milioni di euro alla tv di Stato, cifra che sfiora i 200 milioni considerando anche i costi organizzativi. Con la sfida serale sulla rete ammiraglia, l’obiettivo è favorire gli ascolti e, di conseguenza, la raccolta pubblicitaria.