Da tempo si discute su quale sia il tribunale che debba giudicare i reati di Borsa commessi città di Torino, e gli avvocati della Juventus contribuiscono ad alimentare questo dibattito. Secondo quanto riportato da La Repubblica, i legali degli indagati del club bianconero hanno formalizzato nei giorni scorsi la richiesta di spostare il procedimento a Milano, sottraendolo così ai magistrati che hanno contestato le irregolarità nei bilanci del 2018, 2019 e 2020, tra “operazioni incrociate” e “manovre stipendi”.
La sede della Borsa è a Milano e dunque la contestazione di aggiotaggio, secondo gli avvocati, attrarrebbe lì la competenza territoriale sull’indagine che si è appena conclusa nei confronti dei 16 indagati. Per questo hanno chiesto ai Pm Marco Gianoglio, Ciro Santoriello e Mario Bendoni di inviare gli atti a Milano. La Procura di Torino è però del parere opposto e ritiene di essere competente sulla questione.
La richiesta della difesa della Juventus è solo il preludio di una battaglia che certamente non si fermerà al diniego dei Pm e proseguirà in altre sedi. La prima strada percorribile è quella del ricorso in Cassazione, in alternativa la questione potrebbe essere riproposta anche nei prossimi mesi davanti al tribunale. Di certo è un tema che è stato preso in considerazione dai Pm già durante l’indagine.
Sono nel frattempo praticamente conclusi i giorni a disposizione per le difese per studiare gli atti contenuti nei faldoni che compongono l’indagine. E stanno per partire i primi interrogatori successivi alla chiusura dell’inchiesta, quelli in cui gli indagati chiedono di essere ascoltati per chiarire la loro posizione, con la speranza di uscire in extremis dall’indagine ed evitare il rinvio a giudizio.
Incerti i tempi: non è ancora stata fissata l’udienza davanti al tribunale del Riesame per le misure interdittive che erano state respinte dal Gip. Ma se entro la fine dell’anno la Procura chiederà il rinvio a giudizio, l’udienza preliminare potrebbe essere fissata in primavera.