MotoGp, i soldi di VW dietro il trionfo Ducati-Bagnaia

L’Italia sta giustamente festeggiando il trionfo mondiale di Francesco “Pecco” Bagnaia in Moto Gp. Un evento che non succedeva dal 2009 quando Valentino Rossi vinse il suo ultimi titolo iridato.

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Francesco Pecco Bagnaia (Photo Mediahouse.ducati.com / Insidefoto)

L’Italia sta giustamente festeggiando il trionfo mondiale di Francesco “Pecco” Bagnaia in Moto Gp. Un evento che non succedeva dal 2009 quando Valentino Rossi vinse il suo ultimi titolo iridato.

Questa volta però il trionfo è doppio visto che oltre al pilota a trionfare è stata anche la moto, visto che il mezzo su cui corre Bagnaia è una Ducati. E l’accoppiata pilota italiano + moto italiana campione del mondo non accadeva dal 1972 quando Giacomo Agostini vinse l’iride in sella a una MV Agusta.

Detto questo però occorre dare a Cesare ciò che di Cesare e anche segnalare come la Ducati non sia di proprietà italiana (a differenza della MV Agusta del 1972). Ed è un dettaglio che non è propriamente secondario.

Sia chiaro, Ducati può a ragione avvalersi dell’epiteto di gioiello del Made in Italy. L’azienda di Borgo Panigale è gestita da manager, tecnici italiani così come è italiana la grandissima parte dei lavoratori occupati. E lo stesso si può dire della scuderia che si occupa dei Gran Premi e quindi del successo mondiale nel Gp.

Ma come si diceva prima occorre anche dare a Cesare quel che è di Cesare e ricordare che Ducati non è più italiana dal 2012 quando Investindustrial, la società di investimenti del finanziere Andrea Bonomi, vendette al società al gruppo Volkswagen.

Da allora infatti Ducati è controllata al 100% da Audi, che a sua volta è interamente controllata dal gruppo Volkswagen. Colosso tedesco dell’automotive (che controlla inter alia anche Lamborghini) i cui principali azionisti sono:

  • Porsche Automobil Salzburg SE, la holding della famiglia Porsche-Piech, con il  31,4%
  • il land tedesco della Bassa Sassonia con l’11,8%
  • e la Qatar Holding con il 10,5%

Va anche detto che come molte controllate del gruppo Volkswagen – tra le quali Bentley, Lamborghini, Audi, Skoda, Seat, Cupra – Ducati gode di grandissima autonomia all’interno del gigante di Wolfsburg. E che negli ultimi anni, soprattutto nei momenti del bisogno (uno su tutti dopo lo scandalo del dieselgate) più volte Volkswagen ha ventilato l’ipotesi di vendere la società italiana (molto quotata sul mercato in virtù della sua redditività e della forza del suo marchio) con l’obiettivo fare cassa per superare il momento non semplice. Ma poi ha sempre preferito tenersi in portafoglio il gioiello di Borgo panigale.

D’altro lato non si può nemmeno sottovalutare quanto essere inseriti in un gruppo quale Volkswagen possa dare ai manager di Ducati in termini di sicurezza finanziaria, capacità di investimenti e non certo da ultima di sinergie aziendali (sia in termini di prezzi di acquisto dei componenti che di sinergia di vendita).