La Lega Serie A ora vuole diventare una Spa

La Lega Serie A è pronta a diventare una spa. O quantomeno una parte della Lega, quella legata alla cosiddetta media company. Il progetto è ormai instradato da anni, ma…

Lega Serie A (foto calcioefinanza.it)

La Lega Serie A è pronta a diventare una spa. O quantomeno una parte della Lega, quella legata alla cosiddetta media company. Il progetto è ormai instradato da anni, ma Il Fatto Quotidiano oggi ha svelato alcuni dettagli sui piani di via Rosellini.

Si tratterà, spiega il quotidiano, una società per azioni e non una semplice srl, considerando la grande portata degli interessi in ballo. Come oggetto sociale avrà non solo la produzione e distribuzione dei prodotti audiovisivi (legati quindi anche all’ipotesi del canale di lega) ma anche di consulenza sui diritti tv, così come della vendita di immagini e spazi pubblicitari, di giochi e di scommesse, dei diritti d’archivio e persino della produzione e distribuzione diretta dei prodotti audiovisivi. In sostanza, tutti i temi principali a livello economico legati al campionato.

A livello di governance, nel dossier legato al progetto si parla anche di due opzioni: la prima un CdA con 5 amministratori di cui 3 esterni (tra i quali lad) e 2 scelti dalle squadre (tra i quali il presidente) e un organo di indirizzo politico in seno alla Lega, con 8 rappresentanti e guidato dal presidente di Lega. La seconda opzione è un sistema dualistico interno alla media company, con un consiglio di gestione fatto di esterni e uno di sorveglianza composto dalle squadre.

La creazione della Spa, con la conseguente riscrittura dello statuto, avrebbe tra gli altri come risultato quello di portare il potere fuori dall’assemblea, quantomeno quello legato ai temi economici che spesso e volentieri sono quelli più scottanti. In sostanza, togliere le decisioni dalle mani dei litigiosi presidenti e dirigenti dei club.

Sullo sfondo resta la questione fondi, visto che nel dossier viene scritto che la Spa sarebbe “interamente partecipata dalla Lega” e solo in seguito “si valuterà eventualmente la vendita di una quota di minoranza”.