«Difficile la reiterazione del reato»: ecco perché niente domiciliari per Agnelli

«Non si rinvengono attuali e concrete esigenze cautelari per emettere le misure richieste dalla pubblica accusa, nè misure meno afflittive». Sono queste le motivazioni con cui il gip Lodovico Morello…

Agnelli intercettato

«Non si rinvengono attuali e concrete esigenze cautelari per emettere le misure richieste dalla pubblica accusa, nè misure meno afflittive». Sono queste le motivazioni con cui il gip Lodovico Morello ha rigettato la richiesta di arresti domiciliari formulata dai pm per il presidente della Juventus Andrea Agnelli e per alcuni degli altri indagati, come riportato da La Stampa. Nel dettaglio, il quotidiano torinese riporta poi che il gip abbia sottolineato come «tutti gli indagati e l’ente sono a piena conoscenza dell’indagine nei loro confronti e la discovery pressoché totale delle contestazioni a loro mosse fa sì che, già di per se, i pericoli di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio siano difficilmente ipotizzabili».

«La società in questione è una delle più importanti in ambito calcistico nazionale e internazionale, quotata in borsa e quindi ragionevolmente molto attenta alle conseguenze di indagini a suo carico anche solo per ragioni di opportunità e di presenza sul mercato azionario», prosegue poi il gip. E non c’è nemmeno il pericolo di inquinamento delle prove, alla luce del fatto che le «complesse indagini sono state largamente effettuate acquisendo corposa documentazione».

Il gip poi entra nel dettaglio sul tema plusvalenze: «Gli stessi indagati hanno già di fatto interrotto l’utilizzo di tale metodologia e il riscontro è che si è passati dai 126 milioni del bilancio 2019 ai 29 milioni del 2021». Inoltre, parla anche di dubbi «sul dolo richiesto dalla legge» per le plusvalenze «giacché, se fosse vero che i medesimi criteri di contabilizzazione adottati dalla Juve sono quelli utilizzati da tutte le società calcistiche, allora la società non avrebbe fatto altro che fare uso di criteri contabili adottati nell’intero settore dei calciatori».

Per quanto riguarda invece le manovre stipendi, vengono definite «certamente illecite in termini di indizi» ma sono legate a un periodo storico (cioè quello della pandemia) non più attuale. Infine, il giudice spiega così la decisione di aver respinto anche la richiesta di sequestri di beni: «Non vi sono pericoli di dispersione o alienazione dei beni considerati i recentissimi e consistenti aumenti di capitale dimostrazione della solidità di fatto della società».