La sconfitta contro il Benfica maturata nella serata di ieri costringe la Juventus a fare i conti con la prematura eliminazione dalla UEFA Champions League. I bianconeri hanno fallito l’accesso agli ottavi di finale della competizione, una situazione che non si verificava dalla stagione 2013/14, quando sulla panchina del club della famiglia Agnelli sedeva Antonio Conte.
L’addio anticipato al torneo riduce i ricavi per il club bianconero nel 2022/23 – anche se un’eventuale partecipazione all’Europa League, con un percorso importante, potrebbe sopperire alla mancanza di queste entrate –, ma soprattutto complica gli obiettivi del “Piano di Sviluppo 2019/24”, approvato il 20 settembre 2019 e successivamente revisionato nel 2021 «al fine di tenere conto degli impatti della pandemia da Covid-19 (il “Piano di sviluppo Aggiornato”)», secondo quanto si legge nel “documento di registrazione” dell’aumento di capitale del 2021.
E’ la stessa Juventus, tra le pieghe del documento legato appunto all’aumento di capitale da 400 milioni di euro di un anno fa, a specificare come la «capacità del Gruppo Juventus di mantenere il presupposto della continuità aziendale e di invertire il trend reddituale a livello di margine operativo (da un risultato operativo negativo a un risultato operativo positivo nell’esercizio 2023/2024)» fosse «strettamente legata alla piena realizzazione delle azioni del Piano di sviluppo Aggiornato e confermato, ivi incluso il buon esito dell’Aumento di Capitale, secondo le misure ed i termini attesi».
In particolare, la società specificava che «anche nel caso di esecuzione integrale dell’Aumento di Capitale, […] sussiste il rischio che per effetto del verificarsi di un andamento economico, patrimoniale e finanziario della Società e del Gruppo significativamente divergente in negativo da quello sotteso al Piano, il Gruppo non sia in grado di preservare la prospettiva della continuità aziendale lungo l’arco di Piano o di raggiungere l’obiettivo di risultato operativo e generazione di flussi di cassa operativi positivi nell’ultimo esercizio di Piano (2023/2024)».
La capacità della Juventus di contrastare il deterioramento della propria situazione economico-patrimoniale e finanziaria accentuato dalla pandemia da Covid-19 e di perseguire l’obiettivo del raggiungimento dell’equilibrio economico e finanziario è strettamente legata alla piena realizzazione delle assunzioni/azioni sottostanti al Piano di Sviluppo Aggiornato e confermato.
Tali assunzioni – specificava ancora il club all’interno del “documento di registrazione” – «sono caratterizzate da elevata aleatorietà e per la maggior parte esulano dal controllo del Gruppo e il rischio di mancata esecuzione del Piano di sviluppo Aggiornato e confermato è elevato». Tra le assunzioni indicate dal club erano presenti:
- l’attesa di una progressiva normalizzazione del contesto sanitario ed economico generale a partire dal secondo semestre del 2022 (cosa che di fatti si è verificata);
- il buon esito dell’Aumento di Capitale (secondo obiettivo raggiunto dal club);
- un posizionamento finale nel Campionato di Serie A tale da consentire la costante partecipazione alle edizioni della UEFA Champions League che si disputeranno sino alla Stagione Sportiva 2023/2024 (traguardo finora raggiunto dal club bianconero);
- la sistematica disputa degli ottavi di finale della UEFA Champions League;
- la non sussistenza, riguardo alla gestione dei diritti pluriennali alle prestazioni sportive dei calciatori, di circostanze che comportino la svalutazione dei diritti pluriennali alle prestazioni sportive dei calciatori;
- a partire dall’esercizio 2022/2023, una riduzione progressiva degli oneri per calciatori in prestito (c.d. “on loan”), rispetto agli esercizi impattati dalla pandemia, anche per effetto della naturale scadenza di taluni contratti;
- il rispetto dei parametri previsti per il rilascio delle licenze nazionale e UEFA (inclusi i parametri economico-finanziari);
- il rispetto delle clausole dei contratti finanziari e del Prestito Obbligazionario 2019.
«Con particolare riferimento a quanto precede, si richiama l’attenzione sulla circostanza che il posizionamento finale nel Campionato di Serie A tale da consentire la costante partecipazione alle edizioni della UEFA Champions League che si disputeranno sino alla Stagione Sportiva 2023/2024 e la sistematica disputa degli ottavi di finale della UEFA Champions League costituiscono le assunzioni maggiormente rilevanti in termini di contributo al raggiungimento dell’obiettivo di pareggio operativo previsto nell’esercizio 2023/2024 per effetto del significativo impatto economico derivante dalla partecipazione alla UEFA Champions League negli anni del Piano e che, allo stesso tempo, presentano il maggior grado di incertezza in quanto al di fuori del controllo dell’Emittente», aggiunge la Juventus.
La formazione di Allegri ha fallito proprio nella serata di ieri uno degli obiettivi sopra citati, complicando dunque il buon esito del “Piano di Sviluppo” secondo gli step inizialmente previsti. La stessa società specificava inoltre che «nel caso di un andamento gestionale/reddituale significativamente difforme (in negativo) da quello atteso nell’arco di Piano di sviluppo Aggiornato e confermato […] sussiste il rischio che l’Emittente non sia in grado di raggiungere l’obiettivo di risultato operativo positivo nei tempi previsti del Piano e, in caso di ulteriori eventi negativi significativi ad oggi non prevedibili, il Gruppo non sia in grado di preservare la prospettiva della continuità aziendale lungo l’arco di Piano».
Nulla vieta, in caso di terzo posto nei gironi di Champions e qualificazione all’Europa League, che la Juventus possa sopperire ai ricavi mancanti legati al raggiungimento degli ottavi di finale. In alternativa, è probabile che il club bianconero debba fare affidamento su altre linee di ricavi, quali possono essere tra le tante – maggiori plusvalenze, un miglioramento dei ricavi da diritti tv (non dipendenti dalla sola Juventus) e un aumento dei ricavi commerciali.