Chelsea, i soldi della cessione ancora sul conto di Abramovich

I 2,9 miliardi di euro della vendita del Chelsea sono ancora nel conto bancario congelato della società di Roman Abramovich. A tre mesi di distanza dalla vendita del…

Abramovich finanziamenti Vitesse
(Foto: Paul Gilham/Getty Images)

I 2,9 miliardi di euro della vendita del Chelsea sono ancora nel conto bancario congelato della società di Roman Abramovich. A tre mesi di distanza dalla vendita del club al consorzio di Todd Boehly, una piccola somma è stata rilasciata per i costi di avviamento di una fondazione di beneficenza, ma la maggior parte dei 2,9 miliardi è in un conto bancario Barclays intestato a Fordstam Ltd, ovvero la holding di Abramovich attraverso la quale l’oligarca di origine russa possedeva in precedenza il Chelsea.

La somma è stata congelata perché l’ex proprietario dei Blues è uno degli oligarchi sanzionati dal governo britannico in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Il Foreign Office ha assunto la supervisione del denaro e le licenze per qualsiasi utilizzo di fondi devono essere rilasciate dall’Office of Financial Sanctions Implementation (OFSI).

Come riporta il Times, una portavoce del governo ha dichiarato: “Il futuro a lungo termine del Chelsea è assicurato e il ricavato della vendita sarà utilizzato per scopi umanitari in Ucraina”.  Ma Chris Bryant, parlamentare inglese, sostiene che: “Il ministero degli Esteri di Liz Truss sembra irrimediabilmente lento”.

Mike Penrose, ex amministratore delegato di Unicef ​​UK, sta creando la fondazione di beneficenza e ha fatto sapere di non aver mai avuto alcun contatto con Abramovich e che il miliardario non avrebbe alcun controllo su come verranno spesi i soldi. Inoltre Penrose ha dichiarato che è impossibile fare una previsione temporale per quando il denaro sarà disponibile per gli aiuti umanitari in Ucraina. Ha però insistito sul fatto che i lavori sono in corso, ma che ci sono molti ostacoli legali da superare. “Uno dei ritardi è dovuto al fatto che dobbiamo avere l’approvazione anche dall’Unione Europea”, ha detto Penrose.