Jacobs, scontro tra l’entourage e la Federazione

Nonostante gli ottimi risultati ottenuti agli Europei di Monaco per la Nazionale italiana di atletica leggera, non mancano le polemiche. Il riferimento è a Marcell Jacobs, campione olimpico e d’Europa…

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(Foto: Carmen Mandato/Getty Images)

Nonostante gli ottimi risultati ottenuti agli Europei di Monaco per la Nazionale italiana di atletica leggera, non mancano le polemiche. Il riferimento è a Marcell Jacobs, campione olimpico e d’Europa dei 100 metri, che a causa di un problema fisico non è riuscito a prendere parte alle batterie della 4×100 metri, con la squadra azzurra eliminata alle semifinali.

Nella giornata di ieri il presidente della Federazione Stefano Mei ha commentato così la situazione: «Marcell Jacobs voleva correre la staffetta ma quando è andato in pista ha riavvertito un dolore al polpaccio, in un punto diverso da quello della finale dei 100. Marcell voleva correre, il suo allenatore era un po’ perplesso, avrebbe preferito tutelarlo. Gli è stato chiesto di entrare in pista perché c’era la possibilità di non accedere in finale senza di lui».

«Sicuramente abbiamo sbagliato, ma le cose si sanno sempre dopo quando fai certe scelte. Tornando indietro faremo altre scelte, sicuramente è stato fatto un errore, ma ormai è andata così. Ho voluto io un confronto con lui e il suo allenatore per capire quale fosse la situazione: assolutamente non c’è’ stata alcuna lite né alterco», ha provato a smorzare i toni Mei.

Dichiarazioni che non sono bastate, dato che Paolo Camossi ha replicato così ai microfoni della Gazzetta dello Sport: «La direzione tecnica ha commesso un errore: ha chiesto a Marcell di correre senza pensare a piani alternativi e, soprattutto, senza tener conto del parere del settore sanitario, approfittando del fatto che il ragazzo è generoso, si spende e per la squadra farebbe qualsiasi cosa. Non sa dire di no. Se gli vien detto “Senza di te non andiamo in finale”, ci proverà sempre».

«Ma non è stato tutelato, perché i medici, dopo una risonanza al polpaccio sinistro effettuata giovedì, gli avevano prescritto 24-36 ore di riposo. Significa che sarebbe stato da utilizzare solo in finale. E che ora si dica che, dopo il dolore avvertito in riscaldamento provando il cambio con Patta, sia stato fermato in via precauzionale, è una nota stonata», ha aggiunto ancora.

Il riferimento è al direttore tecnico Antonio La Torre e alla gestione nella staffetta 4×100: «La direzione tecnica è la direzione tecnica. Ripeto: il presidente è intervenuto per provare a bilanciare la situazione. Il resto è stato un grande azzardo. E così, persi altri giorni, ci ritroviamo a dover rincorrere per l’ennesima volta. Vivo fidandomi, ed è la seconda volta che vengo tradito. Ci vorrà un po’ per chiarirsi. Il mio obiettivo resta far correre Marcell il più veloce possibile. Sciolto, sorridente e davanti a tutti», ha concluso Camossi.