Perché il Chelsea non si preoccupa del FPF

L’addio del magnate russo Roman Abramovic, costretto a cedere il Chelsea a causa di una serie di ripercussioni derivanti della guerra tra Russia e Ucraina, aveva messo paura alla tifoseria…

Chelsea spese mercato
(Foto: Shaun Botterill/Getty Images)

L’addio del magnate russo Roman Abramovic, costretto a cedere il Chelsea a causa di una serie di ripercussioni derivanti della guerra tra Russia e Ucraina, aveva messo paura alla tifoseria dei Blues, abituata forse troppo bene dalla gestione del cinquantaseienne di Saratov.

Presidente dal 2003 al 2022, Abramovic aveva costruito negli anni una squadra di altissimo livello, portando nella bacheca del club londinese cinque successi in Premier League, altrettante Coppe d’Inghilterra, tre Coppe di Lega, due Community Shield, due Champions League, due Europa League, una Supercoppa UEFA e una coppa del Mondo per club.

La cessione ad un consorzio guidato dall’imprenditore statunitense Todd Boehly, co-fondatore, presidente e amministratore delegato di Eldridge Industries, avvenuta il 30 maggio 2022, non sembra però aver minato la solidità finanziaria del club, che ha operato in questa sessione di mercato con dinamismo e muscolarità, investendo cifre da capogiro per rinforzare la rosa affidata al tedesco Thomas Tuchel.

Con il calciomercato che si sta avviando alla chiusura (deadline il 1° settembre), appare ormai inevitabile che la nuova proprietà termini con il record di soldi spesi per i nuovi innesti (stabilito due anni fa, quando Abramovic registrò uscite per 200 milioni di sterline). Considerando, oltre agli esborsi per i big, anche i 23,3 milioni di sterline spesi per i giovani Carney, Chukuemeka e Slonina, il Chelsea ha infatti già tirato fuori una cifra intorno ai 160 milioni di sterline.

A fronte di questa imponente uscita di cassa, solo 6,9 milioni di sterline in entrata, arrivate grazie alla cessione in prestito all’Inter di Lukaku. E il Fair Play Finanziario? La risposta è in un’analisi attenta dei ricavi delle ultime stagioni, che sono tra i più alti dei club dell’intero pianeta calcio.

Un dato arriva da Swiss Ramble. La società di analisi finanziaria nel calcio ci informa come il Chelsea abbia in realtà venduto moltissimo tra il 2015 e il 2020, incassando in totale circa 434 milioni di sterline. Molto di più del Liverpool secondo classificato in questa speciale classifica, che nello stesso periodo di riferimento ha messo a bilancio entrate da vendite di calciatori pari a 276 milioni di sterline.

A questo va aggiunto che Roman Abramovic, prima di lasciare la guida del Chelsea, ha deciso di coprire il passivo della società che era di circa 1,6 miliardi di sterline lasciandola di fatto in ottima salute. Non solo. Il Chelsea la scorsa estate ha fatto partire sia Tomori sia Abraham (entrambi sbarcati in Italia, il primo al Milan, il secondo alla Roma). Questo, essendo i due calciatori frutto del vivaio, gli ha permesso di registrare una grande plusvalenza.

Capitolo ammortamenti. L’ingaggio di un giocatore non finisce tutto a bilancio nella stagione del suo arrivo, ma viene ripartito (a volte in parti uguali, altre in proporzioni differenti) sulla durata del contratto. Quindi i 160 milioni spesi finora, in realtà pesano in questa stagione sulle casse del club molto meno, forse appena 25/30 milioni di sterline.

Ecco perché il Chelsea, che comunque sta cercando di piazzare i calciatori fuori dal progetto tecnico di Tuchel per alleggerire il monte-ingaggi, non trema per il Fair Play Finanziario, un sistema di controllo che valuta le operazioni di una società di calcio nell’arco di un triennio.