Il valore del Manchester United è crollato di oltre 260 milioni di sterline nel decennio da quando il club è stato quotato alla Borsa di New York. Dal 2012, il valore delle azioni è sceso di circa il 20% dai 14 dollari a cui era stato lanciato, mentre i Glazers hanno incassato più di 100 milioni di sterline in dividendi, come sottolinea il quotidiano inglese The Times. Guardando la capitalizzazione, il valore complessivo dello United è sceso da 2,2 miliardi di sterline nel 2012 a circa 1,88 miliardi.
Un calo del valore nonostante il pagamento ogni anno dei dividendi dal 2016, oltre al fatto che il club ha realizzato profitti quasi ogni anno. A pesare, però, non sono solo i risultati in campo (basti pensare che lo scorzo marzo era ancora in linea con i valori della quotazione, con il crollo in seguito anche per la mancata partecipazione alla Champions), ma anche il coinvolgimento dello United nel Project Big Picture (PBP) e nella Superlega europea (ESL) che ha innescato un iniziale aumento del prezzo delle azioni del club, seguito da un calo dopo il fallimento di entrambi i piani.
I fallimenti in campo non sono stati dovuti alla mancanza di investimenti nei giocatori: in termini di spesa netta, lo United ha speso 1 miliardo di sterline dal 2013, poco meno del Manchester City e più dei 735 milioni di sterline del Chelsea. Tuttavia, le entrate derivanti dalle vendite dei giocatori sono state ben al di sotto dei loro rivali: per lo United parliamo di 400 milioni di sterline, contro i 500 milioni di sterline del City e i 715 milioni di sterline del Chelsea.