Cristiano Ronaldo icona gay: quanto vale il coming out

Cristiano Ronaldo è senza dubbio un’icona del mondo gay non solo in Italia ma a livello globale. Secondo il portale Gay.it il suo spiccato senso estetico, il…

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Cristiano Ronaldo è senza dubbio un’icona del mondo gay non solo in Italia ma a livello globale. Secondo il portale Gay.it il suo spiccato senso estetico, il fisico perfetto, scolpito in ore di palestra, lo stile molto trendy e spesso eccentrico, hanno fatto di CR7 «il calciatore più amato dalla comunità LGBT».

Al di là delle indiscrezioni, mai smentite né confermate dal diretto interessato o dal suo entourage, su una presunta omosessualità di Cristiano Ronaldo, il fatto che il fuoriclasse portoghese della Juventus sia una vera e propria icona gay rappresenta un aspetto non certo secondario nella costruzione del brand CR7.

Cristiano Ronaldo ritratto in un momento di relax nella sua casa di Funchal a Madeira. (Photo by RUI SILVA/AFP via Getty Images)

Brand che, sebbene rivolto a pubblico molto ampio e composto da differenti target di consumatori, di sicuro non ha trascurato un mercato, quello appunto dei consumatori LGBT, che per dimensione e propensione alla spesa rappresenta sicuramente un target importante per lo stesso Cristiano Ronaldo.

Cristiano Ronaldo come piattaforma commerciale: il brand CR7

Cristiano Ronaldo non è solo uno dei calciatori più forti del mondo, oltre che un’icona gay. L’attaccante della Juventus, cinque volte pallone d’oro, è anche una vera e propria piattaforma commerciale, capace con la propria visibilità internazionale di accreditare i brand di aziende più o meno grandi presso sui mercati di tutto il mondo.

Non è un caso che un marchio globale quale Nike, nel 2016, abbia rinnovato il contratto con il fuoriclasse portoghese fino al 2026 (secondo fonti non ufficiali si è trattato di un rinnovo a vita) alla cifra record di 16,2 milioni di euro l’anno (162 milioni di euro in dieci anni), senza considerare gli eventuali bonus (es. 4 milioni di euro in caso di conquista del Pallone d’Oro).

Ma il colosso Usa dell’abbigliamento sportivo non è l’unico brand a sfruttare le potenzialità commerciali di Cristiano Ronaldo.

Tra le aziende che hanno scelto il portoghese come testimonial o per una partnership con il brand CR7 ci sono anche:

  • Unilever (con il marchio Shampoo Clear)
  • EA Sports (la software house che pubblica il famoso videgioco sportivo FIFA)
  • Toyota
  • Samsung
  • Tag Heuer
  • PokerStars
  • HerbaLife
  • DAZN

E come non ricordare un marchio del lusso globale quale Armani, che ha voluto Cristiano quale proprio testimonial.

Ma la potenza commerciale del fuoriclasse portoghese, che genera un giro d’affari di 47 milioni di euro l’anno, non si traduce solo in accordi di sponsorizzazione. Cristiano Ronaldo commercializza in partnership con altre aziende anche prodotti a brand CR7 alcuni dei quali hanno proprio nel mercato dei consumatori gay uno dei target principali.

Cinque le linee di prodotto attualmente sviluppate da Cristiano con il brand CR7

  • CR7 Eyewear
  • CR7 Footwear
  • CR7 Underwear
  • CR7 Denim
  • CR7 Fragances

Cristiano Ronaldo gay icona – Il mercato LGBT

Quello che nel freddo linguaggio del marketing viene definito “LGBT market” è un mercato composto da un numero importante di potenziali consumatori.

Secondo alcune ricerche di mercato i numeri del segmento LGBT a livello italiano, europeo e globale sarebbero i seguenti:

  • 3 – 6 milioni di persone in Italia
  • 37 – 74 milioni di persone in Europa
  • 350 -700 milioni di persone nel Mondo

Inoltre vi sarebbe una vasta fascia della popolazione che pur non essendo gay, frequenta l’ambito omosessuale, e si identifica e condivide con il mondo LGBT molti dei suoi atteggiamenti, valori, battaglie: persone che spesso vengono definite come gay friendly.

Ecco perché a prescindere fatto che Cristiano Ronaldo sia gay o meno, gli strateghi che ne hanno curato la strategia di marketing e il posizionamento del brand CR7 non possono non aver tenuto conto di un mercato di queste proporzioni.

CR7 icona gay – Il profilo del consumatore LGBT

Ma non è solo la dimensione potenziale di questo mercato a renderlo attraente per i brand. Secondo una ricerca di GFK Eurisko i consumatori LGBT hanno infatti caratteristiche demografiche e, soprattutto, una propensione alla spesa, che ne fanno uno dei target più ambiti da parte di molte aziende, alcune delle quali sono anche tra gli sponsor dello stesso Cristiano Ronaldo.

Secondo i dati raccolti da GFK Eurisko su un campione di consumatori italiani il segmento LGBT si caratterizza per i seguenti aspetti:

  • titoli di studio più elevati della media;
  • professioni e ambiti culturali dinamici (creativi, designer, intellettuali);
  • un maggiore reddito disponibile o comunque una maggior disponibilità di spesa.

CR7 gay? Quanto potrebbe valere il coming out

Ragionando esclusivamente in termini ipotetici e commerciali, quali potrebbero essere gli effetti su sponsorship e partnership nel caso in cui un grande campione come Cristiano Ronaldo dichiarasse di essere gay?

Secondo gli esperti di marketing interpellati da Calcio e Finanza una mossa del genere dovrebbe essere preparata con estrema cura, anche attraverso sondaggi di opinione e rilevazioni presso i diversi pubblici target.

Non è infatti scontato che gli effetti positivi siano superiori a quelli negativi.

Come ha spiegato Carolina Morace, ex calciatrice e allenatrice di calcio che ha dichiarato apertamente la propria omosessualità «il mondo del calcio è pieno di pregiudizi e di omofobia. Non biasimo chi non fa coming out. Per molti uomini il non farlo è una forma di protezione. Credo che sia giusto farlo quando si è pronti, quando si è sicuri di poter togliere la maschera e non rimetterla più».

Il rischio per un sportivo del livello di un Cristiano Ronaldo è ancora più alto, considerando che oltre agli aspetti personali un’eventuale reazione negativa del pubblico potrebbe compromettere l’attrattività del personaggio da parte di aziende e brand meno (o per nulla) interessate a parlare al mercato dei consumatori LGBT.

Lasciando invece un’alea di incertezza è invece possibile per quegli sportivi che sono diventati icone gay continuare a parlare ad un mercato più ampio, che comprenda sia i consumatori LGBT sia coloro che potrebbero essere in contrasto con la scelta di fare coming out.