L’allarme di Sala e Zaia: mancano i soldi per Milano-Cortina

«Caro presidente del Consiglio, mancano quattro anni e siamo preoccupati». E’ questo – scrive Il Fatto Quotidiano nella sua edizione odierna – l’allarme lanciato al governo dagli organizzatori di Milano-Cortina…

Lavori Milano-Cortina 2026
(Foto: PHILIPPE LOPEZ/AFP via Getty Images)

«Caro presidente del Consiglio, mancano quattro anni e siamo preoccupati». E’ questo – scrive Il Fatto Quotidiano nella sua edizione odierna – l’allarme lanciato al governo dagli organizzatori di Milano-Cortina 2026: la Regione Lombardia e il Veneto, il Comune di Milano di Beppe Sala e quello di Cortina, le province autonome di Trento e Bolzano.

Tutti hanno firmato una lettera che si rivolge a Mario Draghi, per chiedere un incontro urgente sul tema governance e conti della Fondazione Milano-Cortina 2026. Nonostante manchi ancora parecchio tempo, i Giochi italiani sembrano andare spediti verso il dirupo.

La Fondazione Milano-Cortina 2026 si dovrebbe occupare dell’organizzazione della parte sportiva, ma fin qui si è fatta notare quasi solo per l’inno scelto sul palco di Sanremo, la mascotte disegnata nelle scuole e una sfilza di “ambassador” arruolati alla causa. In compenso, ad aprile ha chiuso il suo secondo bilancio consecutivo in rosso: -21 milioni di euro, celebrato come un successo per aver “contenuto” le perdite, da sommare alla decina di milioni persi nel 2020.

Da qui, la lettera preoccupata inviata dagli enti locali a Palazzo Chigi. Il primo punto è «l’attuale assetto della governance, che sta mostrando alcune criticità». Ma il vero problema, come sempre, sono i soldi: «Tra gli elementi di maggior complessità vi è quello della raccolta delle sponsorizzazioni, che sembra ancora non pienamente implementata».

L’AD della Fondazione Vincenzo Novari aveva previsto 550 milioni di euro di sponsor, quasi un terzo del budget. Obiettivo tanto ambizioso quanto, fin qui, lontano. In una recente intervista al Sole 24 Ore aveva annunciato trattative per 280 milioni, ma per ora di contratti neanche l’ombra.

Senza quei soldi, i conti non tornano e dovrà essere il pubblico a ripianare: «C’è il rischio di veder gravare una parte dei costi dell’evento sugli enti pubblici», scrivono i diretti interessati, che infatti sono in subbuglio. «Per approfondire questi temi e affrontare insieme le citate criticità, siamo a chiederle cortesemente di incontrarci».

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