Gravina: «Pochi giovani? Decreto Crescita va corretto»

“Le regole per favorire i giovani calciatori nella Lega A già esistono, ma è poco rispetto ad altre realtà a livello internazionale”. Lo dice il presidente della Figc, Gabriele

Nuovi criteri iscrizione campionati
(Foto: Paolo Bruno/Getty Images)

“Le regole per favorire i giovani calciatori nella Lega A già esistono, ma è poco rispetto ad altre realtà a livello internazionale”. Lo dice il presidente della Figc, Gabriele Gravina, in occasione della presentazione presso la sede di via Allegri delle politiche di valorizzazione dei giovani della Lega B guidata da Mauro Balata. “Leggo che la politica si interessa molto al calcio italiano, ma al di là delle pacche sulle spalle dopo l’11 luglio (data della vittoria agli Europei, ndr) ci farebbe piacere qualche provvedimento coerente con lo sviluppo del calcio italiano”, sottolinea Gravina, spiegando come “la norma del decreto crescita dobbiamo calarla nella realtà del mondo del calcio”.

“Avvengono distonie nel nostro mondo che non possiamo più accettare. Spero che ogni protagonista nel proprio ambito possa assumersi le proprie responsabilità”, ha continuato il numero uno della Figc che conclude come “in molte società di provincia della Serie A in campo ci sono solo stranieri e questo mi fa preoccupare”.

“Sento parlare ancora di rivoluzione, mentre io parlerei di evoluzione. Non è pensabile che dall’11 luglio al 24 marzo, tutto il lavoro positivo fatto dalla federazione improvvisamente deve essere accantonato e gettato alle ortiche per ricominciare da zero”, ha aggiunto. “C’è un errore di valutazione – ha continuato Gravina – perché mentre soffrivamo per l’eliminazione dal Mondiale, tutta la filiera azzurra dall’U16 all’U21 è riuscita a fare cose importanti a livello internazionale. C’è qualcosa che non torna se sbagliamo due rigori contro la Svizzera, se il giorno della partita decisiva a Roma l’allenatore è costretto a mandare a casa 10 calciatori per Covid e infortuni. Tutto questo può essere causa di azzeramento di una serie di attività che stiamo portando avanti? Sarei molto attento nell’azzerare quanto fatto. Stiamo producendo dei talenti, li stiamo valorizzando, poi le opportunità per diventare campioni sfumano. Dobbiamo riflettere su questo”.