Nuovo FPF: chi lo rispetta e chi no in Serie A

Nuovo FPF costi ricavi – La UEFA ha deciso sul nuovo Fair Play Finanziario. Il Comitato Esecutivo dell’organo di governo del calcio europeo ha votato le norme

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Nuovo FPF costi ricavi – La UEFA ha deciso sul nuovo Fair Play Finanziario. Il Comitato Esecutivo dell’organo di governo del calcio europeo ha votato le norme per il controllo dei costi da parte dei club – che assumono anche una nuova denominazione – con l’obiettivo di dare il via a un periodo transitorio che porti a un’applicazione definitiva con il via della stagione 2024/25, quando entrerà in vigore anche il nuovo format della Champions League.

Il portale spagnolo specializzato 2Playbook ha realizzato un’interessante analisi che mette a confronto il cosiddetto “squad cost ratio” dei migliori club europei (la somma dei costi per il personale più gli ammortamenti per i cartellini dei calciatori), con i limiti che saranno imposti dalla UEFA con il nuovo sistema di controllo dei costi. In particolare, i costi legati alle squadre, secondo il nuovo regolamento, non potranno superare il 70% dei ricavi (una percentuale già indicata come parametro negli scorsi anni dalla UEFA, per una questione di sostenibilità, ma non vincolante).

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La percentuale in questione è stata inoltre oggetto di numerose discussioni negli ultimi tempi. Da un lato, c’era chi, come i club con proprietari più ricchi, voleva che il limite fosse fissato all’85% dei ricavi e chi, come le società della Bundesliga, ha richiesto una percentuale invece ben più bassa del 70%. Ma chi in Europa si troverebbe fuori dai parametri se le nuove norme fossero già entrate in vigore?

Nuovo FPF costi ricavi – L’analisi con i dati pre Covid

L’analisi di 2Playbook Intelligence ha preso in considerazione i dati della stagione 2018/19 dei club appartenenti alle top 5 leghe in Europa. Per la Bundesliga sono disponibili solamente le cifre di Bayern Monaco e Borussia Dortmund – i due top club – che rientrano perfettamente nei parametri, con una soglia storicamente inferiore al 65%.

In totale, sono 29 i club delle principali leghe europee che, sulla base dei dati 2018/19 (presi in considerazione in quanto ultima stagione non influenzata dall’emergenza Coronavirus) non rispetterebbero la soglia del 70% nel rapporto tra costo rosa e ricavi. Sul totale, il 45% riguarda società della Premier League inglese, come ad esempio il Manchester City, l’Arsenal, il Chelsea e l’Everton, con un rapporto oltremodo fuori scala del 116%.

In Ligue 1 i club fuori dai parametri sarebbero invece sei, ma tra questi – sempre basandoci sui dati 2018/19 – non c’è il Paris Saint-Germain. Quasi tutti in regola anche i club della Liga spagnola, che in patria sono già sottoposti a un limite salariale interno che consente di mantenere il costo della rosa ad un rapporto sostenibile con i ricavi societari.

E la Serie A? Secondo l’analisi di 2Playbook, i club del massimo campionato italiano della stagione 2018/19 non sarebbero in regola per metà. Nella zona d’allarme, tra le società principali, si troverebbero in particolar modo:

  • Milan – rapporto del 107%
  • Lazio – rapporto del 86%
  • Juventus – rapporto del 73%

Al contrario, entro i limiti troviamo i seguenti club di Serie A:

  • Atalanta – rapporto del 48%
  • Inter – rapporto del 68%
  • Roma – rapporto del 68%
  • Napoli – rapporto del 69%

Nuovo FPF costi ricavi – Il rapporto dei top club italiani con i dati 2020/21

Chiaramente, i dati fotografano una situazione ormai vecchia di quasi tre anni. Diversi dei club sopra citati – con particolare riferimento a quelli italiani – hanno fatto registrare un’evoluzione dal punto di vista economico-finanziario. Basti pensare al Milan, che nelle ultime stagioni ha intrapreso un percorso di rilancio e stabilità che anche nel 2021/22 lo dovrebbe portare a ridurre notevolmente le perdite.

Per questo motivo, Calcio e Finanza ha deciso di stimare anche il rapporto tra costo della rosa e ricavi dei principali club di Serie A con riferimento all’ultimo bilancio disponibile, quello della stagione 2020/21. Di seguito, il rapporto tra costo della rosa e ricavi per le maggiori società italiane:

  • Roma – rapporto del 135%
  • Napoli – rapporto del 114%
  • Lazio – rapporto del 112%
  • Inter – rapporto del 109%
  • Juventus – rapporto del 99%
  • Milan – rapporto del 90%
  • Atalanta – rapporto del 47% (bilancio 31 dicembre 2020)

E’ evidente come attualmente quasi tutte le maggiori società italiane – i cui conti sono stati sicuramente influenzati dalla pandemia – siano oltre il rapporto indicato dalla UEFA del 70% tra il costo della rosa (stipendi e ammortamenti) e i ricavi.

Sulla base dei dati in nostro possesso, l’Atalanta è l’unica tra le società di vertice ad aver mantenuto una soglia regolare nonostante l’emergenza pandemica. Per dare tempo alle società di inserirsi in un percorso virtuoso, la UEFA ha pertanto deciso di iniziare con un periodo transitorio con l’obiettivo di arrivare a un’applicazione completa delle nuove regole con l’inizio della stagione 2024/25.