Indagine plusvalenze Juve, Gravina ascoltato dai PM

Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, è stato ascoltato a Roma nel quadro dell’inchiesta della procura di Torino sui conti della Juventus. L’audizione, durata poco più di un’ora, si…

Gravina vicepresidente UEFA
Gabriele Gravina (Photo by Vincenzo Lombardo/Getty Images)

Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, è stato ascoltato a Roma nel quadro dell’inchiesta della procura di Torino sui conti della Juventus. L’audizione, durata poco più di un’ora, si è svolta nei locali del Comando della polizia economico-finanziaria della guardia di finanza. L’obiettivo dei pubblici ministeri era chiarire il funzionamento di alcuni meccanismi che regolano il pianeta calcio.

Sono molti i nodi che i magistrati devono sciogliere: quali carte sono da depositare e quali no, l’esistenza di scritture e accordi privati nel mondo dello sport, la prassi delle plusvalenze. Aspetti che investono direttamente la società bianconera, i cui vertici, a cominciare dal presidente Andrea Agnelli e dal vice Pavel Nedved, sono stati iscritti nel registro degli indagati.

Alla questione delle “plusvalenze artificiali” sulla compravendita di calciatori, esplosa lo scorso dicembre, nelle ultime settimane si è affiancata quella sulla “manovre stipendi” del 2020 e del 2021. Si tratta di retribuzioni differite, di riduzioni e di integrazioni concordate con i calciatori – o meglio con i loro agenti – e, secondo i magistrati, messe nero su bianco in documenti depositati solo in parte, nascosti e forse, una volta esaurita la loro funzione di “garanzia”, addirittura distrutti.

Le testimonianze acquisite nei giorni scorsi sono servite per comporre il puzzle. Molto utili sono state giudicate quelle di Mario Tenore, commercialista di riferimento per Aaron Ramsey, e di Veronique Rabiot, madre e agente di Adrien Rabiot. Le audizioni, comunque, proseguiranno: in agenda c’è anche quella dell’ex allenatore Sarri.

Sotto il profilo penale le mosse della società avrebbero avuto, secondo gli inquirenti, dei riflessi sulla regolarità dei conti. Nel caso della “manovra stipendi”, riduzioni e integrazioni avrebbero dovuto comparire nel medesimo bilancio, e non spalmate su esercizi successivi. Per il momento si procede per false comunicazioni di società quotata in borsa ed emissione di documenti su operazioni fittizie. Tra gli indagati non ci sono né calciatori né procuratori sportivi.