Il giallo di un “sabotaggio” sullo spogliatoio dell’Italia

Che non sia stata una bella figura è evidente, tanto che la Nazionale ha chiesto scusa per come ha lasciato lo spogliatoio di Palermo dopo la partita giocata – e…

Spogliatoio Italia sabotaggio
(Foto: Tullio M. Puglia/Getty Images)

Che non sia stata una bella figura è evidente, tanto che la Nazionale ha chiesto scusa per come ha lasciato lo spogliatoio di Palermo dopo la partita giocata – e sfortunatamente persa – contro la Macedonia del Nord nella serata di giovedì 24 marzo.

«Di sicuro la prossima volta faremo attenzione. Il momento era di delusione e non abbiamo posto attenzione a questi piccoli particolari che però fanno la differenza. Nello stesso tempo chiederemo di avere a disposizione più attrezzature per buttare tutto quanto nelle prossime trasferte, consci anche che, nelle foto che abbiamo visto, non c’erano solo cose che noi abbiamo usato nello spogliatoio. Rimane un punto interrogativo su tutto ma a prescindere da questo noi faremo molta più attenzione e chiediamo scusa per l’errore fatto», ha precisato Leonardo Bonucci, chiedendo scusa per quanto accaduto.

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Ma gli azzurri e la Federazione – scrive Il Corriere della Sera – si sentono anche vittime di una specie di trappola. La storia è presto raccontata: sui social compare un video in cui vengono documentate le indecenti condizioni dello spogliatoio azzurro. Uno spettacolo sicuramente poco decoroso e che porta la FIGC a sottolineare che «abbiamo colpevolmente sottovalutato la questione».

La Federcalcio ha chiamato il Palermo per scusarsi: «Non è nostra abitudine lasciare lo spogliatoio in condizioni simili. La prossima volta chiederemo più attrezzature per buttare i rifiuti perché nel filmato c’erano cose che non ci appartenevano», hanno fatto sapere dalla Federazione. Tuttavia, qualcosa non torna nelle immagini, e ci sarebbe una sorta di “giallo”.

Tra cannoli spiaccicati e bucce di banane presenti all’interno dello spogliatoio, il sospetto della Federcalcio – conclude il Corriere – è che il filmato sia una vendetta organizzata da chi aveva chiesto un esagerato numero di magliette e felpe.