Mentre il mondo dello sport – dalla UEFA allo Schalke 04 – si allontana e le sanzioni nei confronti della Russia aumentano, Gazprom compie un passo importante per il proprio futuro. L’azienda energetica russa (controllata parzialmente dallo Stato) procede verso il suo più grande accordo di fornitura di gas naturale con la Cina.
Il gigante russo del gas ha annunciato di aver firmato un contratto per la progettazione del gasdotto Soyuz Vostok attraverso la Mongolia verso la Cina. Se la Russia dovesse raggiungere un nuovo accordo di fornitura con la Cina, Soyuz Vostok trasporterà fino a 50 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno nella nazione asiatica.
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Un nuovo accordo di fornitura con la Cina – sottolinea Bloomberg – consentirebbe anche a Gazprom di costruire un’interconnessione tra i suoi sistemi di gasdotti verso Ovest e verso Est, consentendo di fatto alla Russia di reindirizzare il gas verso la Cina dai giacimenti che ora alimentano solo l’Europa. Ciò potrebbe alleviare la dipendenza di Gazprom dal continente europeo, attualmente il più grande acquirente di gas russo.
Il contratto per la progettazione del gasdotto è arrivato quando l’Unione europea e gli Stati Uniti, insieme a paesi come Regno Unito, Canada e Giappone, hanno esercitato pressioni senza precedenti sulla Russia a seguito dell’invasione della vicina Ucraina, ordinata da Vladimir Putin. Nonostante le esportazioni di energia russe siano ancora inalterate in questa fase della guerra, l’Europa ha esplorato le opzioni per diversificare le proprie fonti di approvvigionamento.
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«Oggi è stato firmato il contratto di progettazione, ciò significa che il progetto è passato alla fase di attuazione pratica», ha detto l’amministratore delegato di Gazprom Alexey Miller a proposito del gasdotto Soyuz Vostok. Nel 2014, Gazprom ha firmato un accordo trentennale da 400 miliardi di dollari per fornire direttamente fino a 38 miliardi di metri cubi di gas all’anno alla Cina tramite il gasdotto Power of Siberia, attraverso il quale le consegne sono iniziate alla fine del 2019.
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