Comitato “Sì Meazza” all’Ue: «Aiuti di stato illegali ai club»

Il Comitato “Sì Meazza”, che si batte per evitare l’abbattimento dello stadio che attualmente ospita le gare di Milan e Inter, ha deciso di ricorrere alla Commissione europea per la…

Aiuti di Stato Milan Inter

Il Comitato “Sì Meazza”, che si batte per evitare l’abbattimento dello stadio che attualmente ospita le gare di Milan e Inter, ha deciso di ricorrere alla Commissione europea per la Concorrenza contro la delibera del Comune che ha decretato il pubblico interesse al progetto delle due società per un nuovo impianto, in quanto rappresenterebbe un aiuto pubblico a due SpA (Milan e Inter) tale da turbare la libera concorrenza.

A meno di 24 ore dall’annuncio di Populous – con la sua Cattedrale – come studio incaricato per il nuovo impianto, riprende la discussione sul nuovo stadio e la demolizione del Meazza che – scrive Il Corriere della Sera – dai rendering pubblicati martedì si ridurrebbe a una torre e a un pezzo della copertura del terzo anello.

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Nella giornata di ieri è arrivato il via libera da parte del ministero alla richiesta, formulata dal Verde, Carlo Monguzzi, di far partire il dibattito pubblico. Gli uffici del Comune hanno reso pubblica la risposta alla richiesta di chiarimenti da parte dell’associazione Colibrì dopo che gli stessi tecnici di Palazzo Marino avevano sollevato una serie di dubbi sulla possibilità di far partire l’iter: per opere sopra i 300 milioni, il dibattito pubblico nazionale non solo si può fare, ma è obbligatorio.

Unica deroga possibile, se la pandemia dovesse consigliare di soprassedere. Ma in questo caso il Comune dovrebbe chiedere una deroga alla Regione governata dal centrodestra. E così, ieri, l’assessore alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi, ha aperto la strada al dibattito con una serie di precisazioni. La prima, riguarda la richiesta alle squadre di formalizzare con un atto ufficiale il nuovo progetto e il piano di fattibilità economica, perché la pubblicazione dei rendering non è sufficiente per mettere in moto il meccanismo.

Rispetto alla durata di 10 mesi, il Comune vorrebbe condensare i tempi e in qualche modo «preparare» il cammino. Ma, come spiega Monguzzi, sarà il ministero a nominare un coordinatore che organizzerà il procedimento con l’aiuto degli uffici: il dibattito è solamente agli inizi.